L’obiettivo: essere preparati di fronte alla possibilità di un picco epidemico a metà novembre. La strategia: potenziare i posti Covid-19 negli ospedali, ma puntare decisamente alla gestione dei positivi non gravi a domicilio, per dedicare gli Ospedali ai casi gravi.
E’ questa in estrema sintesi la fotografia del lavoro dell’Ulss 3 Serenissima in questa prima metà di novembre, in un momento in cui il virus continua a dare segnali di forte pervasività.
“Il contagio agisce con vigore nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima – ha sottolineato il Direttore Generale Giuseppe Dal Ben nella conferenza stampa odierna – anche se con una pervasività minore rispetto ad altri territori del Veneto; ci prepariamo quindi ad affrontare quella che potrebbe essere la fase più intensa, il picco autunnale, che potrebbe essere raggiunto intorno alla metà di novembre. Potenziamo quindi le strutture deputate ad accogliere i casi gravi, con i 71 letti di Terapia Intensiva già effettivi che, nonostante una dozzina siano ancora liberi, siamo pronti a potenziare ulteriormente, aggiungendone altri 8 (a Dolo) alla dotazione. In questo modo contiamo di garantirci la possibilità di reggere alla pressione; ma nel contempo siamo fortemente impegnati sul territorio dove i positivi sono moltissimi, quasi 4500, ma sono per la quasi totalità privi di sintomatologia significativa: queste persone vanno individuate e isolate, e va fatto ogni sforzo perché possano trascorrere il loro periodo di positività a casa, ed effettuare a domicilio la loro quarantena, senza pesare sugli ospedali”.
I ricoverati sono 193, di cui 17 in terapia Intensiva
Il Direttore Dal Ben ha fornito ai giornalisti collegati una vasta serie di dati e di indicatori, a partire da quelli essenziali: “Nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima – ha detto – si contano oggi 4497 persone positive, 72 ogni 10.000 abitanti: per avere un’idea, immaginiamo uno stadio di provincia pieno zeppo di diecimila tifosi, e dentro questo stadio immaginiamo che 72 persone siano positive; questo è il rapporto. I ricoverati sono 193, di cui 176 in condizioni non gravi, e 17 invece ricoverati nelle Terapie Intensive; e questo è il dato che ci fa allertare, perché appunto la pressione sugli ospedali torna ad essere importante, se pensiamo che nella prima ondata siamo arrivati ad avere al massimo 219 persone ricoverate, un numero non molto più alto di quello attuale”. Il Direttore Dal Ben ha poi ricordato il numero dei decessi: “Ci hanno lasciato fino ad oggi, da quel 21 febbraio che ha aperto la pandemia a casa nostra, 281 persone affette da Covid-19; molte sono decedute nella prima ondata, ma il numero complessivo dei morti ha ripreso a crescere, se pensiamo che dalla fine dell’estate, in questa seconda ondata, si sono registrati una cinquantina di decessi”.
Case di riposo: 146, oggi, gli anziani positivi
“Monitoriamo con attenzione – ha aggiunto il Direttore Generale Dal Ben – il fronte della Case di Riposo: qui sono ospitati i nostri anziani, e qui le precauzioni devono essere al massimo livello possibile. Purtroppo il virus si infiltra ancora anche in queste strutture, in cui peraltro le modalità di gestione si sono fatte sempre più accurate e sono sempre più stringenti. Sono 146 in questo momento gli ospiti di queste strutture che risultano positivi: è un dato numerico importante, che però costituisce il 4,5 per cento rispetto al totale delle persone accolte in struttura; la percentuale di positivi nelle case di riposo era stata più del doppio a metà aprile, nel momento più impegnativo della prima ondata”.
“Siamo impegnati a contrastare il contagio – ha sottolineato il Direttore Dal Ben – là dove si va diffondendo: nelle famiglie, con numerosissime azioni di contact tracing, nella Case di Riposo, nelle scuole, dove abbiamo già sottoposto a tamponi di verifica 344 classi, nel territorio in genere, dove abbiamo fin qui effettuato 322 mila tamponi, nei Distretti, in aeroporto, nei drive through, nei punti tampone aperti h24, nei Pronto Soccorso. Cerchiamo così di contenere la diffusione del contagio, con i nostri operatori impegnati al fianco dei medici e dei pediatri di famiglia: lo sforzo dev’essere di tutti, anche e soprattutto dei cittadini, perché senza il rispetto delle regole sarà impossibile evitare un nuova pesante prezzo pagato al Covid-19”.