«Sono imbarazzanti le foto scattate in questo fine settimana: piazze strapiene, Nevegal pieno di gente… Ma possibile che nessuno di quelli che ieri hanno riempito le piazze non abbia pensato che in Veneto ci sono 1500 persone ricoverate in ospedale con il Covid? E che 2500 persone, praticamente un intero Comune, sono già morte? Possibile che ci sia gente che vive come se non ci fosse un domani?».
È duro il commento del presidente del Veneto, Luca Zaia, su alcuni comportamenti visti in questo fine settimana e che fanno a pugno con la prudenza e con l’attenzione verso gli altri, specie chi è più fragile e maggiormente rischia di contrarre l’infezione.
«Non è che se saltiamo una domenica di spritz o di struscio nelle vie della città casca il mondo», sottolinea Zaia durante il consueto aggiornamento sulla pandemia, dalla sede di Marghera della Protezione civile regionale. «La stragrande maggioranza dei veneti è gente perbene che usa la mascherina. Ma per colpa di pochi rischiamo di rimetterci in tanti».
I numeri dicono che nelle ultime ventiquattr’ore sono state ricoverate altre 113 persone, che portano il totale dei degenti per Covid a 1580.
Dieci persone in più anche in terapia intensiva, per un totale di 195 degenti. E altre 21 persone, nell’ultima giornata, hanno perso la vita, portando il totale a 2595.
«Faremo videoconferenze con i sindaci dei capoluoghi», aggiunge Zaia: «Non possiamo pensare che il fine settimana diventi occasione di diffusione del virus. Prenderemo provvedimenti se necessario. Ma senza la collaborazione dei cittadini non ce la faremo mai. La libertà di ognuno è fondamentale, ma la mia libertà finisce dove inizia la tua. E ci sono delle libertà della comunità che sono inviolabili, a partire da quella di stare bene e non infettarsi. Questo è senso civico, è etica». (G.M.)