Qualche segnale di rallentamento c’è, ma i numeri dicono che la crisi da Covid-19, in Veneto, continua a crescere. Sono infatti 67 in più, rispetto a ventiquattr’ore prima, le persone ricoverate negli ospedali, in area non critica. In totale, secondo il bollettino di Azienda Zero aggiornato alle ore 8 di venerdì 13 novembre, i degenti positivi al virus sono 1831.
Nelle terapie intensive sono complessivamente 219, cioè 6 più di ieri.
Ciononostante qualche debole segnale buono, appunto, c’è. Li rileva il Governatore del Veneto, Luca Zaia, durante il consueto incontro di aggiornamento, dalla sede margherina della protezione civile. «Intanto – spiega Zaia – c’è un maggiore turn-over rispetto alla prima ondata. Mediamente, oggi, si rimane ricoverati una settimana, mentre in marzo o aprile erano due o tre. In più si nota che la macchina sanitaria è più efficiente e più preparata rispetto alla sorpresa di marzo; tant’è vero che nelle terapie intensive abbiamo un centinaio di degenti in meno rispetto al picco di marzo. Infine, è calato molto il tasso di ospedalizzazione dei malati provenienti dalle case di riposo: allora era del 22% sui positivi, adesso è dell’8%».
Intanto, comunque, l’ultima giornata fa segnare 3605 nuovi positivi: «Attenzione, però», commenta Zaia: «Il numero è consistente, ma dipende dal fatto che facciamo tantissimi tamponi». Insomma, chi cerca trova: «Abbiamo fatto 17.644 tamponi molecolari e circa 30mila rapidi; in totale sono 47mila in un giorno, il doppio della media nazionale. Per cui il numero assoluto dei positivi trovati è alto, ma la percentuale – attorno al 7-8% – è decisamente più bassa di quella italiana».