«O la rendiamo obbligatoria o, altrimenti, la app non funziona». Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha questa posizione a proposito dell’introduzione dell’applicazione per cellulare che dovrebbe aiutarci a tenere sotto controllo la pandemia, evitando nuove accensioni di massa dell’infezione.
«Se non si raggiunge almeno il 60% di copertura sulla popolazione, la app non ha effetto», aggiunge Zaia nel corso del consueto aggiornamento sull’emergenza Coronavirus, fatto dalla sede della Protezione civile al quartiere Cita di Marghera.
La applicazione individuata a livello nazionale funzionerà più o meno così: la si scarica (a costo zero) sul cellulare e ci si registra con il proprio codice fiscale.
Il Bluetooth del telefono deve rimanere acceso e vengono così registrate tutte gli incroci con altri cellulari in cui sia stata scaricata la app e che si avvicinino a meno di 2 metri di distanza.
«Nel momento in cui una persone è sintomatica – spiega Zaia – e le facciamo il tampone ed è positiva, tramite la app abbiamo tutti i contatti che ha avuto sotto i 2 metri, e possiamo andare a “tamponarli” tutti».
Ma, appunto – sottolinea il Governatore – il sistema non funziona se non è utilizzato da tanti, almeno dal 60% dei possessori di un cellulare. «Secondo me – conclude Zaia – quando le forze dell’ordine ci fermeranno dovranno verificare se abbiamo la mascherina, i guanti e anche la app accesa. L’alternativa è fare i fatalisti. Io, invece, tengo alla mia vita e scarico la app, tenendola in funzione». (G.M.)