A cinque giorni dall’avvio della procedura, sono già 7 mila le domande di accesso alla cassa integrazione in deroga presentate in Veneto dalle aziende in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus, per un totale di 19.500 lavoratori coinvolti. Oltre il 70% delle richieste si riferisce ad aziende e lavoratori del settore terziario, il 10% a studi professionali e il restante 20% ad altre tipologie di aziende (industriali, artigiane, agricole, cooperative, dello spettacolo, della pesca, del terzo settore).
“In pochi giorni il portale regionale – afferma Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro del Veneto – ha raccolto un numero importante di richieste. Due volte al giorno facciamo il punto con le strutture direttamente interessate per analizzare l’andamento delle domande pervenute, nell’ottica di prevedere l’arco temporale coperto delle risorse finora assegnate. Ad oggi per il Veneto possiamo contare su una disponibilità finanziaria di circa 180 milioni di euro: 99 milioni di euro dal decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, 40 milioni di euro dal decreto legge 2 marzo 2020 n. 9, infine 40 milioni di euro di ultima assegnazione del Ministero del Lavoro per le tre regioni che sopportano la sospensione delle attività economiche da più tempo (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna)”.
Alla Cig in deroga possono accedere tutti i datori di lavoro del settore privato, inclusi quelli del settore agricolo, della pesca e del terzo settore, con sede operativa in Veneto. I presupposti per la richiesta sono la sospensione del lavoro a zero ore o con riduzione di orario, la perdita o decurtazione della retribuzione e la ragionevole previsione di ripresa dell’attività lavorativa.
La durata massima del trattamento è di 22 settimane complessive per sedi di lavoro e lavoratori ubicati nel Comune di Vò (PD) e di 13 settimane per sedi di lavoro e lavoratori ubicati in tutti gli altri Comuni del Veneto. Il trattamento di cassa integrazione in deroga può essere richiesto retroattivamente con decorrenza dal 23 febbraio 2020.