«Se non ci fosse l’8xmille chiuderemmo tutto». Non usa giri di parole il direttore della Caritas veneziana, il diacono Stefano Enzo, per dire l’importanza vitale del contributo che deriva dalla firma degli italiani nella dichiarazione dei redditi.
Gran parte delle opere e dell’attività della Caritas diocesana si regge sul sostegno economico che arriva da Roma, cioè dalla destinazione delle risorse raccolte tramite le imposte. «Questi danari – spiega Enzo – sono necessari per far funzionare le nostre strutture e i nostri servizi dedicati ai poveri e alle persone in situazione di marginalità. Potrei parlare del centro per la carità realizzato da non molto tempo a Venezia, alle Muneghette, ma anche della mensa e del dormitorio di Marghera, dedicati a Papa Francesco. Ma ci sono anche l’emporio solidale San Martino, aperto a Mira Porte o la scuola di lingua e cultura italiana pensata per gli stranieri che vivono nel territorio diocesano e soprattutto a Mestre…».
Ma anche il sostegno ai detenuti e alle detenute delle due carceri veneziane si poggia sull’8xmille e senza di esso farebbe molta fatica a proseguire: «È un aiuto fondamentale – prosegue il diacono Enzo – senza il quale molte persone si troverebbero ancor di più ai margini e in estrema difficoltà».
Proprio l’anno scorso, tra l’altro, un segno tangibile dell’importanza di quanto si fa con l’aiuto di tutti è stato il video realizzato proprio dall’8xmille sulla cittadella della carità alle Muneghette. Trasmesso su molti media, il video ha mostrato concretamente come i soldi convogliati alla Caritas grazie alle firme dei cittadini sul 730 diventino opere a vantaggio di chi si trova in condizioni di grave marginalità.
«L’obiettivo – conclude il diacono Stefano Enzo – è che si mantenga l’entità dell’aiuto, cioè che i cittadini capiscano che grazie all’8xmille, senza sborsare alcunché di tasca propria, si può fare molto per chi ha poco o nulla».
Con l’8xmille il sostegno alla Caritas Veneziana
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