“C’è chi guarda all’Incontro mondiale delle famiglie come ad una sorta di raduno ideologico per celebrare un tipo di famiglia che probabilmente non esiste più. La famiglia, però, non è una nozione ideologica remota, ma il luogo in cui la compassione, la gentilezza, la pazienza e il perdono vengono apprese, praticate e diffuse”.
Lo ha detto mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, dando ieri sera il benvenuto ai partecipanti al Congresso pastorale che da oggi a venerdì 24 riunirà giorni un numero record di partecipanti, 37mila persone di 116 Paesi provenienti da tutto il mondo di cui 6.500 di età inferiore ai 18.
Ieri sera, in tutte le cattedrali di Irlanda si è celebrata contemporaneamente una messa e le campane hanno poi suonato a festa. A Dublino, le messa è stata celebrata dall’arcivescovo Martin che ha salutato il presidente del Dicastero per la famiglia e i suoi collaboratori, il nunzio apostolico e “tutte le famiglie presenti nella varietà della loro espressione”.
“La famiglia è cambiata”, ha detto mons. Martin. L’Irlanda può testimoniare con la sua storia recente quanto la realtà familiare e la sua percezione siano profondamente cambiate. Nel maggio 2015, il Paese ha prima approvato con un referendum e in larghissima maggioranza (oltre il 60%) una legge che ha aperto alla unione delle coppie omosessuali e quest’anno, sempre con un referendum, ha dato via libera alla liberalizzazione dell’aborto.
Nella sua omelia ieri, l’arcivescovo di Dublino ha parlato di famiglia con realismo: “Compassione, gentilezza, gentilezza, perdono e pazienza sono i legami che ci uniscono. Molti di noi sono i primi a dire che, sebbene le nostre famiglie provano a realizzare questo ideale, nella realtà le cose non sono così facili. Sorgono le tensioni. La gente lotta. Le persone falliscono e sono infedeli. Le famiglie possono essere luoghi di violenza e durezza di cuore”. La via per sanare queste ferite e l’amore: “Solo il potere dell’amore può purificare e guarire la nostra debolezza”.
Da qui un augurio: “L’Incontro è chiamato a sfidare tutti i nostri stereotipi e permettere al messaggio di Gesù Cristo e alla pace di Gesù Cristo di diventare parte della nostra casa e delle nostre vite familiari”. (Sir)
Nella foto d’apertura, di Giorgia Moro, la bandiera di Venezia, portata dai dieci rappresentanti della nostra diocesi, accanto alla bandiera dell’Incontro mondiale delle famiglie