La centrale Palladio dell’Enel a Fusina va riconvertita. Lo dice il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: «È probabile che si debba fare qualche serio ragionamento. La centrale va a carbone e non è quello il futuro».
Il sindaco ne parla nella serata di giovedì 15 giugno, a margine dell’incontro da poco terminato con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Il ministro ha discusso con il primo cittadino di Venezia numerosi temi, tra cui in particolare il rilancio dell’area industriale di Marghera.
In questo contesto la sollecitazione green di Brugnaro. Un’ecosostenibilità in piena sintonia – per il sindaco – con l’economia e il lavoro: «Noi – spiega – non vogliamo perdere il treno delle tecnologie per l’energia da fonti rinnovabili».
Un’indicazione chiara sul futuro anche circa gli impianti come la “Palladio”. La centrale ha da tempo introdotto innovazioni ecosostenibili: da anni, infatti, miscela il carbone con una modesta percentuale di “combustibile da rifiuto”, ricavato nei vicini impianti di Veritas dalla lavorazione di una parte dei rifiuti urbani (dopo la differenziazione).
Resta però il fatto che la gran parte del combustibile bruciato alla “Palladio” è carbone, una fonte fossile inquinante e che potrebbe entro alcuni decenni esaurirsi.
Per questo Brugnaro non ha dubbi sulla opportunità, specie a Venezia, di puntare sulle rinnovabili e sull’economia circolare. Quella, cioè, in cui la velocità di produzione dei rifiuti è non superiore alla velocità di rigenerazione degli ecosistemi dei rifiuti.
Un’economia di questo tipo, oggi, non è più da visionari o utopisti, ma sta dimostrando di essere competitiva anche secondo le regole del mercato: «Con Veritas – dice il sindaco – stiamo dimostrando che crediamo nell’economia a impatto zero. E continueremo su questo fronte. L’incendio dell’altro giorno (è bruciato a Fusina un impianto per la lavorazione dei rifiuti ingombranti, ndr) può capitare, fa parte del gioco. Ma noi siamo dei pionieri in questo ambito e non ci fermeremo».
In più c’è la partita dell’idrogeno, altra fonte di energia “verde”, anche se ancora un po’ difficile da gestire. Ma Venezia si è già mossa per sostenere un futuro a idrogeno e un impianto sperimentale per la produzione di elettricità dall’idrogeno è già stato testato proprio a Fusina, dall’Enel.
«Di idrogeno – conclude Brugnaro – abbiamo parlato oggi con il ministro Calenda. L’impianto sperimentale di Fusina, che lavorava usando i residui del ciclo del cloro non c’è più, perché è il ciclo del cloro ad essere stato dismesso nell’area industriale. Perciò la centrale a idrogeno va riconvertita. Ma noi ci crediamo. Porto Marghera può diventare luogo di sperimentazione e innovazione per l’Italia e per l’Europa».
Giorgio Malavasi