Nel 2020, fino ad oggi, Avis provinciale Venezia registra già 2216 nuove idoneità alla donazione, con 1321 nuove donazioni. Nel corso di tutto il 2019 le idoneità erano state 1683, con 1162 prime donazioni. Circa il 30% di idoneità in più, quindi, già nei primi nove mesi dell’anno.
Un successo, questo, realizzato in questi mesi grazie all’avvio di un progetto di accompagnamento all’idoneità in varie sedi.
Un successo annunciato sabato 26 settembre, insieme ad un’altra iniziativa, che vedrà come partner la Reyer Venezia Mestre. I giocatori si sono resi disponibili, infatti, a contribuire a «lanciare» il messaggio del dono.
Prima della prima partita di campionato di domenica 27, nel maxischermo del Palasport passerà un video con Stefano Tonut nei panni di testimonial Avis. «Nella vita come nel basket bisogna fare gioco di squadra – dice Tonut alla telecamera indossando una T-shirt Avis – segna con noi e fai vincere la vita». Gli spettatori di tutte le età, presenti fisicamente e collegati da casa, potranno quindi fermarsi un momento prima della partita, per riflettere sui valori della donazione.
«Promuovere Avis per Reyer è quasi un dovere – spiega Paolo Bettio, responsabile Marketing Umana Reyer – abbiamo la fortuna di avere anche un pubblico giovane e sono proprio i giovani che vogliamo sensibilizzare sull’importanza della donazione del sangue. Io ho iniziato a donare il sangue solo qualche anno fa e devo dire che mi sono rammaricato di non averlo fatto prima. La donazione è un atto che ti gratifica tantissimo, richiede un impegno veramente minimo (3, 4 volte all’anno) e soprattutto può salvare vite umane. Significa fare qualcosa di concreto per il prossimo e tanto per citare un noto claim, ciò non ha prezzo».
«Questa per noi è una partnership importantissima – spiega anche Tito Livio Peressutti, presidente di Avis Provinciale Venezia – i campioni hanno accettato la nostra sfida, sono scesi in campo insieme a noi per raccontare ai tifosi, ai ragazzi e a tutta la popolazione l’importanza del Dono. Lo hanno fatto consapevoli della loro capacità di raggiungere le nuove generazioni e sicuri dell’importanza di un messaggio che riguarda tutti noi, non solo i soci Avis, i donatori e chi grazie al sangue donato si è salvato ma anche tutta la società civile. Il messaggio arriverà a tutti gli spettatori non solo a parole ma anche con la loro esperienza in prima linea».