Nell’anno critico del Covid, 9.715 cittadini sono diventati nuovi donatori di sangue e plasma in Veneto, superando l’anno precedente, che ne aveva registrati 9.660. Molte nuove leve si sono iscritte ad Avis e Abvs-Belluno nel bel mezzo della pandemia, sono in stragrande maggioranza giovani e per il 54% donne.
“Una boccata d’ossigeno per l’associazione –spiega il presidente di Avis regionale Veneto, Giorgio Brunello – frutto del forte messaggio esercitato nell’opinione pubblica perché si continuasse a donare e a diventare donatori anche durante il lockdown, quando i cittadini erano intimoriti dal dover entrare negli ospedali e confusi dalle normative relative agli spostamenti. È stata dura, perché nessuno era preparato ad uno sconvolgimento simile, ma i veneti hanno capito che dietro i nostri inviti c’erano e ci sono i malati e si sono fatti avanti”.
Donazioni. È così che l’Avis regionale, con le sue 6 Avis provinciali, Abvs Belluno e le 356 Avis comunali, è riuscita a coprire ogni necessità di terapia trasfusionale in tutti gli ospedali del Veneto, grazie all’efficace interscambio tra le varie provincie, con quelle eccedenti a supportare le carenti. Nel 2020 sono state raccolte da donatori Avis e Abvs in totale 199.347 donazioni tra sangue (169.864), plasma (26.499) e piastrine/altro (2.984).
Con il massimo rigore in osservanza delle disposizioni ministeriali, in tutte le province si è continuato a donare in sicurezza presso i Centri trasfusionali degli ospedali (per un totale di 154.240 donazioni) e nelle province di Padova, Treviso e Venezia anche presso i Centri di raccolta gestiti da Avis (che hanno contribuito con 45.107 donazioni, pari al 22% del totale. Nello specifico Padova per il 24,7%, Treviso per 28,87% e Venezia per il 44,63%) in convenzione con le Aziende ospedaliere/sanitarie provinciali, alle quali viene conferito tutto il sangue raccolto (regolarmente accreditato dal Servizio sanitario regionale).
Criticità ci sono state alla chiusura/riconversione in strutture Covid di alcuni ospedali che hanno bloccato temporaneamente anche l’attività donazionale dei loro Centri trasfusionali, all’inziale confusione delle autocertificazioni, alla precarietà del lavoro… ma il rallentamento e il blocco per mesi di reparti e interventi chirurgici in Veneto ha “bilanciato” il calo generale delle donazioni. Se, infatti, la raccolta di sangue è diminuita del 6.95%, sono calati del 6.33% anche i consumi.
“Ciò ha fatto sì che a nessun ammalato sia mancato il sangue nel momento del bisogno, e che si sia riusciti a mandarne anche in Sardegna – ha spiegato Brunello nel corso dell’assemblea di Avis regionale, tenutasi il 5 giugno a distanza, dopo un rinvio di due mesi a causa della pandemia – e di questo dobbiamo andare tutti fieri in Veneto. Non era così scontato in una situazione tanto difficile e nuova, ma donatori, volontari, dirigenti e tantissimi cittadini si sono impegnati al massimo e alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Donatori. Il numero complessivo dei donatori Avis e Abvs in Veneto è, tra l’altro, finalmente tornato a crescere dopo qualche anno di calo ed è arrivato a 129.881. Quasi un terzo dei donatori è sotto i 35 anni.
L’analisi dei dati ci dice anche che in Veneto i donatori di origine straniera sono il 4,4%, (3% da altri Paesi europei, ad esempio dell’Est Europa e l’1,4% da fuori Europa, per lo più dall’Africa).
La provincia con più donatori Avis è Treviso con 30.874, seguita da Venezia 26.394, Padova 25.541, Verona 20.712, Rovigo 10.428, Vicenza 9.565. L’Abvs Belluno ha 6.367 donatori.