Cosa dicono le statistiche? Che su 120 persone over 70 che si ammalano di Covid e hanno già un’altra patologia grave, una trentina finiranno in ospedale e un numero oscillante fra 5 e 7 moriranno.
All’azienda ospedaliera di Verona, nell’ultimo mese sono state curate 120 persone over 70, infettate dal Covid e ciascuna con un’altra patologia grave. Risultato? 14 ricoverate e nessuna morta.
«E le 14 che abbiamo ricoverato – precisa Evelina Tacconelli (nella foto), direttore della Clinica delle Malattie infettive dell’università di Verona – hanno avuto bisogno dell’ospedale solo perché arrivate tardi rispetto all’ottimale».
Qual è la ragione di questo risultato eccellente? Gli anticorpi monoclonali, che da circa un mese, appunto, si somministrano ai malati di Coronavirus allo stadio iniziale.
«L’idea – esemplifica Tacconelli – è la persone che, al primo sintomo, fa un tampone rapido. Constatata la positività, subito il medico di base ce lo segnala e noi prendiamo in carico la persona per la cura. Nel giro di 24 ore i sintomi scompaiono e in cinque giorni il paziente si negativizza».
Il risultato molto positivo di Verona è in attesa di conferma dagli altri ospedali italiani dove si è introdotta questa terapia, finora somministrata, nel Paese, a 2mila persone.
Intanto va avanti un nuovo progetto, presentato sempre dalla prof. Tacconelli e in attesa dell’ok dell’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco: «Quella di estendere l’uso degli anticorpi monoclonali a tutte le persone positive ultracinquantenni, anche se non hanno fattori di rischio come altre patologie concomitanti. Ridurremmo così notevolmente l’ospedalizzazione e anche l’uso dell’ossigeno per chi può essere curato a casa. E con il concorso di questi nuovi farmaci, del vaccino e del rispetto delle misure prudenziali elementari – mascherina, igiene e distanziamento – nel giro di poco tempo saremo davvero fuori dal tunnel». (G.M.)