I numeri raccontano la drastica discesa delle adozioni in Italia. Soprattutto di quelle internazionali – passate dalle 3915 del 2001 alle 598 del 2021 – per motivi legati alla chiusura delle frontiere di alcuni paesi da cui tradizionalmente provenivano i bambini adottati nel nostro paese. Ma anche le adozioni nazionali hanno conosciuto una consistente riduzione, basti pensare che le domande di adozione di minori italiani sono passate nell’arco di vent’anni (2001-2021) da 12.901 a 7970.
«E’ cambiata la famiglia, la società, il mondo», sintetizza Carla Forcolin, fondatrice ed ex presidente dell’associazione veneziana, autrice del libro “L’adozione sta cambiando” (FrancoAngeli) in uscita il 23 settembre.
«Oggi – riflette l’autrice – si pensa ai figli quando si ha un lavoro, una casa e una coppia stabile, cioè troppo tardi per i tempi biologici. La fertilità è diminuita in sé e chi scoprendosi infertile decide per l’adozione, lo fa a circa 40 anni. Poi ci pensano le leggi e le prassi a scoraggiare i pochi che ci si avventurano». Ecco perché l’istituto dell’adozione oggi sta segnando il passo. «Ciò non toglie che se si desidera adottare un bambino e si hanno i requisiti per farlo ci si può riuscire. Come si riesce ad accogliere dei minorenni in affidamento». E soprattutto, è questo il senso del volume, «ne vale la pena».
Analisi e testimonianze. Il libro di Carla Forcolin vuole infatti rilanciare gli istituti dell’adozione e dell’affidamento, riflettendo su come siano cambiati negli anni con l’introduzione di leggi importanti, volte soprattutto a favorire il benessere del bambino. E lo fa non solo analizzando il fenomeno con dati e studi di esperti, ma anche con con l’aiuto della testimonianza di alcuni protagonisti, famiglie adottive e bambini, oggi cresciuti, adottati. In questo senso, spiega l’autrice, il libro «è la prosecuzione ideale del mio precedente lavoro “I figli che aspettano” ed. Feltrinelli, uscito nel maggio del 2002. “Prosecuzione ideale” – spiega – in quanto alcuni bambini di quel tempo, diventati adulti, si raccontano in un duetto con i genitori adottivi, e anche perché questo nuovo testo ricalca la struttura del precedente. Infatti, nel libro del 2002 si spiegava in che modo la legge 149/2001, appena varata, avrebbe riformato l’adozione in Italia; ora si cerca di spiegare come le cose sono cambiate nell’adozione che è lo specchio della famiglia e della società».
La legge di partenza è la 184/83 dunque risalente a oltre 40 anni fa: «Era un’ottima legge, che metteva il superiore interesse del minore al centro di ogni scelta del legislatore», osserva Forcolin nel libro. Successivamente (nel 2001 e nel 2015) sono intervenute alcune modifiche. Molto importante è soprattutto il principio della continuità degli affetti del bambini (legge 173/2015) che sancisce come non si possa cancellare il pregresso: «L’adozione non rappresenta una seconda nascita. Anche quando il bambino viene dichiarato adottabile se c’è un buon rapporto con un parente (ad esempio un nonno) non si può ignorarlo. Orra si può e si deve rispettare la realtà del bambino. E’ come dire che i bambini non sono di proprietà di una famiglia, ma persone che crescono in una famiglia, con il diritto di nutrire gli affetti che sono loro più congeniali e profondi».
L’adozione, spiega in un passaggio Forcolin, «è una delle scelte più impegnative che si possano fare. E’ anche una delle più belle, perché la vitacotinua nei figli, nei figli continuano i valori di una famiglia, i suoi gusti, le sue caratteristiche, la sua cultura. Può valere la pena affrontare le difficoltà».
Serena Spinazzi Lucchesi