Sabato 8 febbraio i massimi esperti del settore sanitario in Italia si riuniranno a Venezia per discutere le sfide e le prospettive del nostro sistema sanitario nazionale. Dal taglio dei posti letto all’imminente avvio della Case della Comunità, dalla carenza di medici alla scarsa attrattività della professione e alle infinite liste d’attesa, che sono certamente il problema principale per il cittadino, sono tante e diverse le criticità che pesano sulla sanità pubblica.
Assistenza sanitaria: la prospettiva delle nuove necessità e le relative soluzioni il titolo del primo convegno formativo organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) veneziano, sotto la guida scientifica del presidente e vice nazionale Giovanni Leoni – con il patrocinio della Fnomceo e delle due aziende sanitarie locali, Ulss 3 Serenissima e Ulss 4 Veneto Orientale – in programma sabato prossimo, 8 febbraio 2025, a partire dalle ore 9, nella cornice della sala San Domenico nella Scuola Grande di San Marco all’Ospedale Civile di Venezia. Tutti esauriti i 90 posti disponibili destinati a medici e odontoiatri.
L’iniziativa vuole fare il punto a 360 gradi sui nuovi bisogni di salute dei cittadini, sulle criticità che influiscono sulla tenuta del sistema e sulla ricerca di possibili soluzioni condivise. E per farlo si alterneranno al tavolo delle relazioni ospiti di caratura nazionale: dai vertici della Fnomceo, il presidente Filippo Anelli e il segretario Roberto Monaco, ai rappresentanti delle maggiori organizzazioni sindacali, delle società scientifiche e delle associazioni: Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, presidente nazionale Cimo-Fesmed, l’ex segretario regionale Maurizio Scassola per Fimmg, e poi ancora Biagio Epifani, presidente Simeu Veneto e Lorenzo Mattia Signori, segretario regionale CittadinanzAttiva Veneto.
Durante il convegno, però, si volgerà lo sguardo anche all’estero, con l’intervento dei rappresentanti dell’OMS, alle nuove povertà, grazie al contributo di Massimo Angelelli, direttore della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), al territorio con Claudio Costa, direttore delle Risorse Umane della Regione Veneto, e alla realtà delle cooperative con Matteo Zanella, CEO di MST Group.
«Secondo i dati Istat – sottolinea il presidente Giovanni Leoni – l’Italia ha il numero di anziani al mondo più alto dopo il Giappone: gli over 65 sono il 24%. Nel 2023 nel nostro Paese erano 14 milioni, 3 in più di 20 anni fa, e di questi circa 7 milioni, in pratica uno su due, presentano almeno tre patologie croniche. L’assistenza sanitaria in Italia, dunque, deve impegnare più risorse per dare al cittadino, indipendentemente dal suo reddito o dal fatto che viva al nord o al sud, in centro o in periferia, un’adeguata risposta in termini di salute. Un cittadino medio – prosegue il dottor Leoni – più anziano, più malato e più povero di solo 10 anni fa non può permettersi una sanità privata e deve attendere l’equa e solidale risposta del suo Sistema Sanitario Regionale. Ma quali sono le conseguenze delle liste d’attesa? Diagnosi e trattamenti tardivi che potrebbero aggravare la malattia del paziente, rendendo più complessa la cura. E su chi ricade questa responsabilità? Se non si investe in sanità, è a rischio non solo la vita del paziente di turno, ma la salute di tutti noi».