Ripartito da poco più di un mese l’anno scolastico in Europa, ora riparte l’anno scolastico anche ad Ol Moran in Kenya. Nel frattempo, continuano i lavori di ampliamento della scuola parrocchiale “Tumaini”, con un nuovo impianto idrico, che “parla” veneziano. La comunità keniota di San Marco Evangelista è retta dal sacerdote del Patriarcato di Venezia don Giacomo Basso, mestrino di origine. In Kenya le scuole sono state riaperte lo scorso lunedì 2 ottobre, ma solo con le classi che hanno esami di stato, cioè la quarta e l’ottava del ciclo primario, e la quarta del secondario. «I numeri del Covid-19 non sono stati disastrosi finora – racconta don Basso – e così in quasi tutto il continente africano. Tuttavia, i mesi di sospensione delle scuole, delle chiese, come pure di molte attività economiche sta avendo un forte impatto». Spiega don Giacomo Basso: «Stiamo aspettando di sapere se sarà confermata l’ammissione a scuola anche per le altre classi a partire da novembre. Questo dipende anche dall’andamento della pandemia. Per la parrocchia significa che abbiamo riaperto sia la scuola primaria parrocchiale Tumaini Academy, sia la casa studentesca “Hekima House”, con gli studenti dell’ultimo anno». La casa “Hekima” (che significa “sapienza”) è il convitto offerto dalla parrocchia per i ragazzi delle scuole secondarie che dovrebbero altrimenti percorrere un tratto di strada troppo lungo dalle loro abitazioni per poter frequentare ogni giorno le lezioni presso gli istituti statali presenti ad Ol Moran. «I primi alunni – continua don Basso – per ora sono in classe, con i loro insegnanti. Ci sono le dovute precauzioni da prendere, ma c’è anche tanta voglia di riprendere le attività scolastiche!».
I lavori del convitto proseguono. Procedono, nel frattempo, i lavori di costruzione dei dormitori per le bambine del convitto della scuola primaria parrocchiale “Tumaini Academy”. Il progetto prevede tre edifici in tutto: un dormitorio per le bambine e un dormitorio per i bambini, con 76 posti letto ciascuno, servizi igienici, docce e stanza per l’educatore; e una sala polifunzionale, come sala studio, attività integrative, incontri, sala da pranzo, con annessa cucina e magazzino. Con questi edifici la scuola parrocchiale intende offrire in modo adeguato il servizio di convitto a bambini della scuola primaria, e favorire la frequenza scolastica ad alunni che abitano distante, come pure per alunni che provengono da situazioni familiari a rischio. A tal fine, il convitto della scuola parrocchiale svolgerà anche le funzioni di Centro di Tutela per Minori durante i mesi di scuola, aggiungendo quindi una tutela legale riconosciuta dallo Stato per proteggere i casi più a rischio. Le problematiche che colpiscono molti alunni, specialmente bambine, sono: nomadismo, povertà, violenza domestica, lavori pesanti, ma anche gravidanze e matrimoni precoci, pratiche come l’infibulazione e la circoncisione femminile. La scuola parrocchiale sarà la prima a offrire il servizio di convitto e di Centro di Tutela sul vasto territorio della missione di Ol Moran. «Abbiamo iniziato a luglio la costruzione del dormitorio per le bambine – precisa don Giacomo Basso –. Adesso siamo arrivati al tetto. Appena le risorse necessarie saranno disponibili, potremo iniziare anche il dormitorio per i bambini e la sala polifunzionale. La progettazione è stata realizzata e offerta dall’arch. Stefano Battaglia di Mestre». Infine dal pozzo scavato lo scorso anno, la scuola sta realizzando anche i lavori di distribuzione dell’acqua ai vari edifici della scuola, come pure un punto di distribuzione d’acqua per la comunità circostante (lavori, questi dell’acqua, realizzati grazie a un generoso contributo di Manuela Pitteri, del Lido di Venezia).
Marco Zane