Arrivederci Assunta all’estate del 2021. Dopo l’anno di festeggiamenti ai Frari per i 500 anni dalla realizzazione dell’opera di Tiziano, mancano ormai pochi giorni all’inizio dei restauri finanziati da Save Venice che interesseranno non solo la pala ma anche l’apparato lapideo dell’altare maggiore che la ospita. Nella chiesa prenderà avvio un cantiere unico e la pala per due anni non sarà visibile al pubblico per via dell’imponente ponteggio che verrà allestito nel presbiterio. Un ponteggio che però verrà ricoperto con una riproduzione in dimensioni reali sia della parte lapidea che del dipinto.
Si inizia con altare e ancona. Una prima fase del restauro interesserà l’altare e l’ancona, ovvero la sua cornice. I lavori, eseguiti dalla ditta Arlango, per un totale di 209 mila euro comprensivi di impalcature e spese tecniche, consisteranno nella pulitura dei marmi da polveri e incrostazioni e vedranno la riparazione delle fessurazioni. Tutti i supporti lapidei che si sono leggermente spostati o che non combaciano perfettamente verranno consolidati, inoltre le parti in cui si sono verificati dei distacchi verranno integrate adeguatamente rispettando i criteri del restauro. La parte lapidea è molto dettagliata e ricca, diversi sono infatti i tipi di marmi ad intarsio presenti nella decorazione tra cui il marmo Rosso di Verona, il Rosso antico e il Verde Alpi. I lavori di restauro interesseranno anche il ripristino della doratura dell’altare che verrà recuperata. Tornerà così l’effetto luminoso andato perso negli anni che andrà ad integrarsi con la luce dell’Assunta.
Tra un anno i restauri alla pala. Si prevede che i restauri della parte marmorea possano durare circa un anno, mentre l’intervento diretto sulla pala, che inizierà poco dopo, quasi due anni. Come prima cosa, analogamente a quanto fatto negli anni ’70, la pala verrà messa in quarantena sottovuoto per eliminare il parziale attacco di tarli che dall’organo, posto dietro il dipinto, si sono spinti nel retro del supporto ligneo. Già ad ottobre infatti si era provveduto all’asportazione dell’organo, che è stato messo in sicurezza e liberato dall’attacco dei tarli. Questo ha anche permesso di recuperare spazio e spostare la pala indietro di un metro e mezzo senza doverla rimuovere e staccare, come inizialmente era stato previsto, permettendo comunque un lavoro agevole all’équipe che eseguirà l’intervento. Inoltre la parte lignea posteriore della struttura di supporto della pala, anche se in ottime condizioni, vedrà un’analisi dettagliata e un consolidamento ad opera della ditta Saccuman di Perugia. Dopo le analisi diagnostiche di studio e la pulitura, svolti nel 2012 dal restauratore Giulio Bono, a cui è nuovamente affidato il lavoro, è già possibile stabilire su cosa verterà l’intervento, anche se è ancora da confermare l’entità della cifra che verrà impiegata. Oltre ad un’ulteriore pulitura, verranno rimosse le vernici ormai ingiallite risalenti all’ultimo restauro del 1974, inoltre il restauratore e la sua équipe provvederanno a consolidare i sollevamenti già individuati precedentemente, integrare i distacchi e svolgere la stuccatura e l’integrazione pittorica.
Ulteriore intervento consisterà nel rimuovere le ridipinture per tornare il più possibile vicini all’opera come era stata pensata inizialmente. Nelle precedenti ridipinture infatti chi interveniva sulla tela era solito pulire solo i colori chiari ma non quelli scuri. Questo probabilmente per far risaltare il contrasto e accentuare l’effetto chiaroscurale. Le parti più scure dopo l’intervento risalteranno quindi in modo diverso da come fedeli, pellegrini e amanti dell’arte erano abituati a vedere. L’opera, iniziata nel 1516 dal pittore cadorino per esprimere la devozione francescana per la Vergine, dopo l’intervento risulterà dunque ancora più armonica e splendente.
Francesca Catalano