Nel 2012 gli stranieri residenti in Provincia di Venezia erano 68.102. Nel 2018 sono saliti a 84.710: significa che in sei anni la popolazione straniera residente è aumentata di 16.608 unità. E si registra un rallentamento, tanto che nell’ultimo anno l’aumento è stato di sole 2000 unità (negli anni precedenti l’aumento era di circa 3000 persone l’anno).
Rispetto alla popolazione italiana, la presenza degli stranieri incide per il 10%. In testa sono i cittadini romeni (18.594), seguiti dai moldavi (8284) e dai cittadini del Bangladesh (8157).
Sono i dati Istat elaborati dalle Acli di Venezia in vista della Giornata internazionale dei diritti dei migranti istituita dalle Nazioni Unite nel 2000, che si celebra il 18 dicembre. “Crediamo che il primo diritto da garantire a queste persone – sottolinea il presidente delle Acli provinciali di Venezia Paolo Grigolato – sia di essere considerate cittadini a tutti gli effetti. I primi ad essere danneggiati dal crescente clima di allarme e divisione, se non di vera e propria discriminazione, sono proprio i migranti. A partire da quelli regolari, che rappresentano la stragrande maggioranza dei migranti presenti in Italia e che, anche nel nostro territorio, sono da tempo parte integrante del tessuto sociale ed economico”.
Lo dimostrano gli stranieri che si rivolgono agli sportelli Caf e Patronato Acli per essere accompagnati nelle pratiche. Tra i dati elaborati dalle Acli provinciali, ne spiccano alcuni di particolare interesse che testimoniano la prevalenza di progetti migratori a lungo termine, messi in atto da persone e famiglie che vedono il loro futuro in Italia. Tra le statistiche Acli, ad esempio, emergono le 1.068 pratiche dello Sportello Immigrati del Patronato (il 17% del totale) che comprendono richieste di cittadinanza (81), di permessi di soggiorno di lungo periodo (180), di rinnovi del permesso di soggiorno (807).