Questa mattina il Patriarca Francesco Moraglia ha incontrato un gruppo di persone che abitano o frequentano la zona dell’area marciana e, segnatamente, la parrocchia di S. Salvador e la chiesa rettoriale di S. Zulian a Venezia.
Durante il colloquio, che si è protratto per un’ora e mezza e si è tenuto in Palazzo Patriarcale, sono state chiesti al Patriarca delucidazioni e chiarimenti circa il recente spostamento di don Massimiliano D’Antiga. L’incontro si è svolto senza preavviso o appuntamento ma è stato possibile accordarlo in brevissimo tempo; oltre al Patriarca era presente il vicario episcopale per la pastorale mons. Daniele Memo, il vicario episcopale per gli affari economici don Fabrizio Favaro, il parroco designato dell’area marciana don Roberto Donadoni, il segretario del Patriarca don Morris Pasian e l’addetto alla segreteria del Patriarca Emanuele Bonisoli.
Nel corso del dialogo, il Patriarca ha precisato quanto segue per offrire ai presenti un quadro complessivo ed informato sulla vicenda:
· le decisioni appena assunte riguardo l’area marciana sono inserite in un contesto complessivo di riorganizzazione della vita pastorale del Patriarcato (sono stati citati gli esempi recenti della creazione dei santuari diocesani della Madonna della Salute a Mestre e di S. Lucia a Venezia e, anche, il passaggio alla Diocesi di Concordia – Pordenone delle parrocchie di Castello e Brussa nella zona di Caorle) e di una contestuale redistribuzione delle presenze dei sacerdoti sul territorio diocesano, anche in considerazione dell’età e delle condizioni di salute di molti di loro;
· le decisioni finora comunicate, relative all’area marciana come all’intera Diocesi, arrivano a seguito di un cammino di un discernimento comunitario durato almeno tre anni che ha visto via via compiersi le visite “feriali” del Patriarca alle parrocchie e l’inizio della Visita pastorale all’intera Diocesi (che nei prossimi mesi toccherà proprio il centro storico di Venezia); in tale discernimento sono sempre stati coinvolti anche gli organismi e consigli diocesani oltre che il consiglio dei vicari episcopali.
· in tale contesto è maturata la decisione di affidare a un nuovo parroco, nella persona di don Roberto Donadoni, la responsabilità dell’area marciana che riunisce le attuali parrocchie di S. Moisè, S. Zaccaria e S. Salvador e comprende anche le rettorie di S. Zulian e S. Maria del Giglio; al nuovo parroco si affiancheranno come collaboratori dell’intera area, risiedendo nel territorio, don Mauro Deppieri e mons. Carlo Seno che saranno disponibili – secondo le indicazioni e la guida pastorale del parroco designato – per la costituzione di una collaborazione pastorale;
· a don Massimiliano D’Antiga (come era già stato spiegato all’interessato nel colloquio avvenuto nel pomeriggio di domenica scorsa, in presenza degli altri sacerdoti dell’area marciana) è stato affidato l’esercizio del ministero nella basilica cattedrale di S. Marco mettendosi così a disposizione a tempo pieno per la celebrazione del sacramento della penitenza e dell’eucaristia secondo le indicazioni dell’arcidiacono e dell’arciprete. L’eucarestia e il sacramento della riconciliazione sono i momenti fondamentali e più alti nella vita di un sacerdote che sempre viene ordinato a servizio dell’intera Chiesa diocesana e mai per uno specifico ufficio o per una singola comunità;
· nella stessa riunione era stato comunicato allo stesso don Massimiliano di continuare – in accordo con il parroco dell’area marciana – l’impegno mensile di cura pastorale nei confronti del gruppo di “genitori con un figlio in cielo”;
· sempre durante l’incontro di domenica pomeriggio, il Patriarca aveva poi espressamente invitato don Massimiliano ad un nuovo incontro (con il pranzo) nella giornata di lunedì; don Massimiliano – che in un primo tempo aveva accettato – ha, in seguito, declinato l’invito; il Patriarca ha perciò esplicitamente richiesto, a breve, un nuovo incontro a don Massimiliano.
Il Patriarca, infine, ha voluto sottolineare come ogni decisione pastorale del vescovo avviene sempre e soltanto – dopo molta preghiera e attraverso un confronto e un dialogo con le persone, i sacerdoti e gli organismi di partecipazione diocesana – considerando le necessità dell’intera Diocesi, oggi composta da 125 parrocchie e quasi 400.000 persone.