A quasi un anno dall’avvio dell’iniziativa sono oltre 9 mila gli ‘assegni per il lavoro’ rilasciati dai Centri per l’impiego del Veneto ai disoccupati over 30; e 7 mila beneficiari si sono già recati presso uno degli enti accreditati della regione per iniziare il proprio percorso nella ricerca di un nuovo lavoro. È quanto emerge dal primo report di monitoraggio sulla nuova misura di politica attiva regionale, realizzato da Veneto Lavoro in collaborazione con l’area Capitale umano, cultura e programmazione comunitaria della Regione Veneto.
L’Assegno per il lavoro, finanziato dalla Regione del Veneto, è uno strumento riservato a tutti i disoccupati di età superiore ai 30 anni residenti o domiciliati sul territorio regionale e consiste in un titolo di spesa virtuale, fino a un valore massimo di 5.242 euro, che può essere utilizzato per ricevere gratuitamente servizi qualificati di assistenza alla ricollocazione, quali attività di informazione, orientamento, counseling, formazione e supporto all’inserimento o reinserimento lavorativo. Per richiederlo è sufficiente recarsi presso il Centro per l’impiego del proprio territorio o accedere online al portale di ClicLavoro Veneto.
Tra i beneficiari prevalgono nettamente gli italiani (82%), seppure con una percentuale di stranieri non trascurabile, mentre la distribuzione per genere è sostanzialmente omogenea: 51% maschi e 49% femmine. Uno su tre percepisce la Naspi e il 40% ha più di 50 anni.
A livello territoriale, la maggior parte degli assegni sono stati rilasciati dai Centri per l’impiego delle province di Treviso (22%) e Vicenza (21%), seguiti da quelli di Verona (18%), Padova (18%), Venezia (12%), Belluno (5%) e Rovigo (4%). Il tempo che intercorre tra la richiesta e il rilascio dell’assegno è generalmente inferiore ai 10 giorni.
Una volta ottenuto, il lavoratore può scegliere liberamente l’ente al quale rivolgersi per attivare l’assegno e usufruire dei servizi previsti. A farlo sono stati già in 7 mila (77% del totale) e circa 3.700, ovvero il 53% di quanti hanno attivato l’assegno, hanno stipulato un contratto di lavoro, nel 25% dei casi con durata superiore ai 6 mesi. In caso di successo occupazionale e sulla base del valore dell’assegno, all’ente viene riconosciuto un rimborso commisurato alle attività effettivamente erogate e alla tipologia di contratto di lavoro stipulato dal destinatario.