“Se tutti quelli che vorranno lavorar in ditta Nostra Arte de Terrazzer siano tenuti intrar in essa Scola…”, recita nell’incipit la Mariegola dell’Arte dei Terrazzeri, scritta nel 1586 per codificare la categoria del “Terrazzer”, mestiere che consiste nella posa e nel restauro del pavimento alla veneziana. Vedendo l’antico documento colpisce per contrasto, passando per le calli di Santa Croce, la vetrina dei terrazzeri Vianello di M. & S. Vianello snc: qui infatti spicca un Qr code costruito in mosaico, con materiali usati comunemente per il loro lavoro. Il Qrcode, funzionante, fa da porta tra un mestiere antico e la modernità, indice della prospettiva contemporanea di una ditta che vuole traghettare i saperi e le realizzazioni dei pavimenti alla veneziana nel terzo millennio e formare nuove maestranze che sappiano tramandare quelle caratteristiche che hanno reso famosa la posa in opera degli elastici e colorati pavimenti alla veneziana. Proprio per questo i due titolari, Stefano e Marco Vianello, si sono rivolti ai giovani dell’alternanza scuola-lavoro per reclutare nuovi apprendisti, desiderosi di continuare tale produzione. Quello del terrazzer è un mestiere tanto pesante quanto affascinante, richiede sforzo fisico nello stare accovacciati a terra, ma anche senso artistico e precisione. L’apprendistato dura tre anni e dà la possibilità, se ci si dimostra portati e volenterosi, di essere poi inseriti nell’organico della ditta. Opportunità che in un momento così difficile per il lavoro giovanile è davvero rara. Gv ha incontrato i due titolari in occasione dell’esposizione, presso la Scuola Grande di San Teodoro, degli artigiani “Tra Arte e Artigianato”.
Da dove è scaturita l’idea del Qrcode in mosaico?
L’idea è venuta dal desiderio di essere e restare un’azienda giovane, al passo con i tempi, cercando di curare la comunicazione anche attraverso i social. I nostri prodotti sono versatili e stiamo cercando di proporre alternative moderne, con semine chiare, che possano piacere anche alle giovani coppie.
Qual è il vostro bacino di intervento? Solo Venezia o è più ampio?
Per quanto riguarda le commesse importanti, abbiamo iniziato con un lavoro per la Etro in Calle Vallaresso, da lì in poi abbiamo iniziato a lavorare anche con altre società importanti, come Benoit de Gorski e Luxottica posando terrazzi pregiati in varie città italiane ed estere: Milano, Roma, Vienna, Ginevra – Losanna. Quest’estate siamo anche andati in Canada a Toronto e Vancouver per due negozi Luxottica.
Insomma la vostra è un’attività che non conosce crisi e l’alto livello qualitativo vi permette di essere apprezzati e di far apprezzare i pavimenti alla veneziana anche all’estero. Ma a Venezia siete stati chiamati anche a realizzare dei restauri?
Restauriamo con cadenza abbastanza abituale i pavimenti dell’Hotel Danieli e del Conservatorio Benedetto Marcello. Abbiamo avuto però anche altre importanti occasioni in diversi palazzi che hanno richiesto nostri interventi di manutenzione ordinaria o restauro come l’Hotel Luna Baglioni, Palazzo Pisani Moretta, l’Hotel Bauer e l’Hotel Palladio. A questi si aggiungono i restauri delle sale della Ca D’oro nel 2012 e di alcune porzioni di pavimento a Ca’ Rezzonico nel 2013. Sempre nel 2013, insieme ad un gruppo di artigiani e tecnici coordinati dalla Sovrintendenza (Veneziadoc), abbiamo donato il restauro dei pavimenti dell’altare maggiore della chiesa di San Pantalon. Nel 2014 siamo invece stati chiamati dalla Sovrintendenza a Palazzo Ducale, per il restauro delle Logge, della Terrazza Foscara, della Terrazza del Doge e della Chiesetta del Doge. Infine nel 2017, in occasione dei festeggiamenti per i nostri 20 anni di attività, abbiamo donato il restauro dei pavimento della Sala del Piovego, sempre a Palazzo Ducale.
E’ cambiato qualcosa nella disponibilità dei materiali, rispetto al passato? Ci sono problematiche riguardo all’elasticità del pavimento, prima prerogativa dei terrazzi alla veneziana?
Non abbiamo difficoltà perché investiamo sulla qualità dei materiali. Questo significa che i cementi e i marmi che usiamo devono essere di prima qualità, usiamo inoltre alcuni accorgimenti che fanno sì che i pavimenti non si fessurino e non si crepino. I nostri fornitori sono italiani: Italcementi per il cemento, che con i suoi fornitori locali ci garantisce un materiale sempre fresco, mentre i marmi vengono da una ditta di Verona. Ci possono essere inserti particolari come madreperla o vetro di murano se il cliente lo richiede. Anche in questo caso scegliamo materiali di alta qualità: per il vetro ci rivolgiamo a una fornace di Murano che ci prepara dei vetri adatti a sopportare i trattamenti con acidi e levigatrice che servono per la stesura del pavimento.
Maria Giovanna Romanelli