«Nel 500 c’erano stragi, guerre, eresie, fughe di popolazioni che scappavano dinanzi ai turchi… Ma adesso, cinque secoli dopo? Abbiamo ancora stragi di innocenti, guerre, gente che scappa, migrazioni…».
Il Guardian Grando della Scuola di San Rocco a Venezia, Franco Posocco, riflette su ciò che la storia non ha insegnato. E se è vero che l’Italia e buona parte dell’Europa da più di settant’anni non conoscono conflitti armati, è altrettanto vero che nel mondo e a poche centinaia di chilometri dai nostri confini la barbarie esiste ancora.
È questo anche il filo conduttore del confronto fra opere d’arte che si apre da martedì 4 settembre, proprio nella Scuola di San Rocco. Da un lato ci sarà il dipinto “La strage degli innocenti”, creato da Jacopo Robusti detto il Tintoretto, di cui ricorrono i 500 anni dalla nascita; accanto ci sarà un’altra grande tela: la rilettura fatta oggi della stessa strage degli innocenti. Ne è autore un 45enne artista spagnolo, Jorge Pombo.
Realizzato con una tecnica che fonde olio su tela e speciali solventi, il quadro è il risultato di una originale rilettura dell’esempio antico. Pombo, infatti, riproduce fedelmente le opere originali, sfumandole in un secondo momento con dei solventi, versati sulla tela, richiamando la tecnica dell’action painting di Jackson Pollock.
Sarà, insomma, un dialogo ravvicinato quello che inizierà alle 16.30 di martedì 4. Un dialogo fra linguaggio classico e modernità, che si protrarrà per quattro mesi circa, fino al 15 gennaio 2019.
La giornata di martedì sarà però, per la Scuola Grande, l’occasione anche per un altro tributo al pittore veneziano che ha creato capolavori per la Scuola stessa: «Presenteremo – prosegue il Guardian Grando Posocco – il restauro di quattro dipinti, realizzato grazie alla collaborazione e al finanziamento di Save Venice, il comitato statunitense per la salvaguardia di Venezia. Questi quattro dipinti verranno riportati nella collocazione originaria, da cui erano stati spostati circa un secolo fa. Per uno di essi, “La piscina probatica”, il restauro ha portato la reintegrazione di una parte che era stata stoltamente separata nel corso dei secoli».