È stato il primo servizio del Tg1 delle 20, sabato sera. Per la visita del Papa in Irlanda, all’Incontro mondiale delle famiglie, sono stati dedicati cinque minuti di servizi, quattro e mezzo dei quali su un unico tema: gli abusi sessuali sui minori perpetrati da preti e religiosi.
Ma anche sugli altri media la situazione è molto simile: l’attenzione è tutta concentrata sullo scandalo pedofilia. L’Incontro delle famiglie è sullo sfondo, cornice quasi invisibile.
E non importa che allo stadio di Dublino ci siano 70mila persone, testimonianze fortissime da tutto il mondo su bellezza e misericordia in famiglia. L’unica cosa che passa al tigì, a parte la questione degli abusi, è che Bocelli ha cantato l’Ave Maria di Schubert.
Ecco, è questa deformazione della realtà a fare male. In primo luogo fa male ai media che, alla caccia spasmodica della notizia, alterano la realtà. Risultato: vengono alla fine essi stessi percepiti come distanti dalla realtà.
Poi fa male a tutti noi, perché il sistema dei mezzi di comunicazione è essenziale: forma la coscienza di tutti. Ma la coscienza, informata così, viene orientata in maniera distorta. Il risultato è una visione della realtà scorretta, che porta a giudizi sbagliati e pericolosi.
La questione pedofilia è ovviamente grave. Non per niente Papa Francesco ha parlato di scandalo e ha espresso la vergogna sua e della Chiesa dinanzi ai crimini e ai peccati commessi.
Ma chi c’era, a Dublino, ha sì sentito del tema ma ha soprattutto vissuto una grande festa, in cui si è respirato Vangelo e testimoniato bellezza e amore familiare. L’utile deve battere l’inutile, anche nei media.