«Dieci nuovi alloggi del complesso edilizio in Strada vecchia dei Bagni agli Alberoni verranno presto messi a disposizione dal Comune per giovani coppie agli Alberoni».
Lo ha annunciato la vicesindaco di Venezia, Luciana Colle, con delega al Patrimonio ed alla Casa, facendo il punto sui quattro interventi di Piruea ancora aperti al Lido.
Il caso del Piruea a La Fontaine, con alcuni alloggi ancora vuoti e in cerca di assegnazione, non è l’unico fronte sul quale ragiona l’amministrazione. E a chi si è lamentato che i tempi sono lunghi e non si spiega come mai ci siano state parecchie rinunce di chi era risultato in graduatoria, la vicesindaco risponde: «Come amministrazione abbiamo attualmente in corso 48 alloggi pubblici in social housing, distribuiti in quattro interventi privati diversi. Degli alloggi in Strada Vecchia dei Bagni, risultano assegnati regolarmente quelli in via della Droma, senza problemi, sempre agli Alberoni. Se guardiamo invece a La Fontaine, in via Sandro Gallo, sono vuoti ancora 2 alloggi su 10, ma stiamo scorrendo la graduatoria».
Il Piruea numericamente più cospicuo è però quello a Ca’ Bianca in via Pividor, dove sono pronti 18 appartamenti: si è sbloccata l’assegnazione di diciotto nuovi appartamenti da destinare in “social housing”. Complessivamente, come si evince dalla graduatoria definitiva, sono arrivate 154 domande, più un’altra quarantina ma esclusa per mancanza dei requisiti necessari richiesti dal bando.
Di questi 18 alloggi, alcuni saranno destinati alla vendita, ad un prezzo convenzionato, altri dati in locazione con patto di acquisto, altri ancora assegnati in affitto in regime di social housing. La graduatoria rimarrà esposta all’albo per 30 giorni. Chi avesse bisogno di qualche chiarimento può anche telefonare al numero 041.2201353 per prendere appuntamento.
Le case del Comune vanno dai 50 ai 90 metri quadri ciascuna, alcune delle quali su due piani, tutti dotati di pannelli solari per il risparmio energetico e di moderne tecnologie. Si conclude così una vicenda caratterizzata da un lungo iter burocratico avviata con la firma della convenzione tra pubblico privato, nel 2007 con validità di cinque anni. Dal 2007 ci sono però voluti circa altri tre anni per arrivare al rilascio dei permessi, completati a marzo 2010. I lavori sono stati completati nel 2014 e a dicembre dello stesso anno, vi è stato anche il collaudo degli alloggi. Poi l’atto del commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto, aveva dato il via libera all’acquisto dando mandato a Insula, braccio operativo del Comune, di procedere.
L’intervento edilizio è stato realizzato dalla società “Mecos Srl” che fa capo all’imprenditore Teodoro Russo, società che metteva insieme la Dogale Costruzioni e l’impresa Schiavina di Bologna. La quota di 18 appartamenti, acquistata dall’amministrazione comunale rientra in un’operazione edilizia più ampia che ha portato alla realizzazione anche di altre 45 abitazioni, a Ca Bianca, fronte Murazzi, per un totale di 63 alloggi, su progetto dell’architetto veneziano Luca Rossi.
«Comunque – riprende la vicesindaco – proseguiamo nella linea di questa amministrazione che punta a chiudere le partire rimaste aperte dalle precedenti amministrazioni, e vuole mantenere l’impegno a promuovere al massimo la residenzialità in città, utilizzando, se necessario, anche dei criteri innovativi».
A proposito di criteri, su “La Fontaine” il Cuc del Lido, in una nota, ha chiesto ufficialmente che possano essere modificate le disposizioni del bando in corso, se non si trovano inquilini potenzialmente interessati. Magari aprendo anche ad anziani soli, che magari potrebbero trovare confacente alle loro esigenze anche una casa non molto grande. «Il bando in corso non si può modificare – risponde la vicesindaco – semmai bisognerebbe farne uno nuovo». Tempi lunghi e rinunce? “Sono cose che possono capitare – conclude – d’altro canto gli uffici devono fare il loro lavoro e questi sono i tempi che servono. Vanno fatte tutte le verifiche sugli assegnatari (dal reddito alla cittadinanza) per essere sicuri che gli alloggi vadano veramente a chi ne ha effettivamente diritto e un reale bisogno. La documentazione viene chiesta due volte: fornita, in prima battuta, attraverso un’autocertificazione, ma poi viene chiesta anche in originale».
Lorenzo Mayer