Nell’ultimo anno i camion che viaggiano nelle autostrade del Nordest sono aumentati fino all’8%. È uno dei segnali tangibili della ripresa economica, fotografati dalle analisi del Centro Studi di Unioncamere del Veneto nell’ambito dell’Osservatorio sui Trasporti, le Infrastrutture e la Logistica del Nordest (TRAIL Nordest). In decisa crescita anche i traffici nel porto di Trieste e negli aeroporti di Treviso e Verona.
Sulla base degli ultimi dati disponibili, nel 2017 il volume di traffico veicolare per chilometro sulla rete autostradale del Nordest è aumentato in tutte le tratte, determinato soprattutto dall’intensificazione del traffico pesante (camion). In particolare, la crescita del traffico di veicoli pesanti interessa principalmente i grandi corridoi europei (Rete TEN-T). Gli incrementi maggiori si sono registrati nelle tratte dell’A23 Udine-Tarvisio (+8,3%), dell’A31 Valdastico (+8,7%), dell’A22 Brennero-Modena (+7,6%). Seguono le tratte dell’A4 Venezia/Mestre-Trieste (+4,9%) e Brescia-Padova (+4,3% contro il +2,8 dell’anno precedente).
Per quanto riguardi i porti dell’Alto Adriatico, Trieste e Ravenna hanno registrato nel 2017 un trend positivo nel traffico complessivo di merci (rispettivamente +4,6% e +2,1% rispetto all’anno precedente). Nello scalo triestino, che ha confermato una performance nazionale da primato con circa 62 milioni di tonnellate di merci movimentate, spicca l’aumento del general cargo (+14,1%), con le movimentazioni ad alto valore aggiunto, il RO-RO e il settore container, che ha raggiunto il record storico di oltre 616 mila TEU (+26,7% rispetto al 2016).
Trieste è il secondo porto dell’Alto Adriatico per la movimentazione di container, facendo seguito al primato del porto di Koper con quasi 912 mila TEU. Nello scalo di Ravenna, che nel 2017 ha movimentato oltre 26 milioni di tonnellate di merci, spiccano le rinfuse solide, grazie al traffico record di materie prime per la produzione di ceramiche nel distretto di Sassuolo.
Per il porto di Venezia il 2017 si è rivelato un anno di stabilità in termini di merci movimentate (25 milioni di tonnellate). In forte crescita invece i passeggeri del comparto traghetti (204 mila, +34,4%) a fronte di una diminuzione dei croceristi (1,4 milioni, -11%).
Drastico calo per il porto di Chioggia (-33,8%) causato dal persistere dei problemi di accessibilità alle banchine portuali, di navigazione dei canali lagunari e della fase di transizione istituzionale dovuta all’aggregazione dell’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia (ASPO) all’Autorità Portuale di Venezia, oggi un’unica realtà definita come Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (AdSP MAS) – Porti di Venezia e Chioggia.
Aumento record dei passeggeri negli aeroporti del Nordest, che hanno evidenziato incrementi nei flussi superiori alla media nazionale (+6,4%), raggiungendo complessivamente oltre 17 milioni di passeggeri all’anno. Nel 2017 il traffico passeggeri è aumentato del +14,4% a Treviso (superando i 3 milioni di persone), del +10,4% a Verona (3 milioni), del +7,8% a Venezia (10 milioni), del +7,3% a Ronchi dei Legionari (quasi 1 milione), inferiore invece l’incremento evidenziato all’aeroporto di Bolzano (+4,3%, 16 mila passeggeri). In particolare, negli scali di Treviso, Verona e Ronchi dei Legionari fa da traino la crescita del segmento nazionale (rispettivamente +22,4%, +14,4%, +15%), da e verso le città del Centro-Sud e Isole italiane. Nello scalo veneziano invece prevale lo sviluppo del segmento internazionale, soprattutto nei collegamenti da e verso il Nord America, il Medio e l’Estremo Oriente.
L’interporto Quadrante Europa di Verona è il primo interporto in Europa per volumi di traffico merci. Nel 2017 il nodo logistico ha movimentato oltre 8 milioni di tonnellate di merci su ferrovia, grazie a 16 mila treni in movimento, e 20 milioni di tonnellate su gomma. Il traffico ferroviario è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2016 a seguito di alcuni eventi eccezionali che hanno interessato la linea ferroviaria. In termini di unità di carico nei 3 terminali intermodali dell’interporto prevale il traffico intermodale ferroviario, che è aumentato del +6% rispetto al 2016 (con oltre 426 mila UTI, corrispondenti a circa 763 mila TEU), grazie all’efficientamento nella gestione dell’attività di manovra ferroviaria di ultimo miglio e all’ampliamento del bacino di mercato verso l’Est Europa.