«Respingiamo la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani, perché un paese tra i più ricchi al mondo ha le risorse per garantire l’una e gli altri e perché sappiamo che, col tempo, anche i nuovi immigrati costituiscono una risorsa per un paese come l’Italia ad alto declino demografico».
È uno dei passaggi del Manifesto per l’accoglienza redatto e reso pubblico l’8 agosto scorso dal dal Consiglio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).
Il testo è sostenuto, fra gli altri, dagli scout del gruppo Marghera 1 che, insieme all’assistente don Nandino Capovilla, parroco della SS. Risurrezione di Marghera, stanno vivendo l’esperienza del pellegrinaggio a piedi. La loro meta è Santiago di Compostela.
«Non lasceremo – dicono in un messaggio inviato a Gente Veneta – che “l’Europa dei popoli” di questo Manifesto dell’accoglienza venga distrutta dagli attuali governanti che non ci rappresentano, mentre con i nostri piedi attraversiamo confini per raggiungere Santiago. Sentiamo la responsabilità di custodire un grande progetto europeo».
Il Manifesto per l’accoglienza si chiude ricordando la Parola dell’apostolo: «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo» (I Corinzi 13,1), affermiamo che l’amore di Dio per l’umanità è più forte dei nostri egoismi di individui e di nazioni e che noi siamo chiamati a testimoniarlo ogni giorno con gioia, speranza e fiducia».