Nelle prime due settimane di luglio, a confronto con il 2017, le presenze registrate a Jesolo oscillano tra il meno 2 e il meno 3%.
Un calo definito fisiologico, soprattutto perché la scorsa è stata una stagione straordinaria. Semmai, rispetto allo scorso anno, a rimanere stabile è la mancanza di lavoratori stagionali: camerieri, baristi, commessi, bagnini e banconieri. Secondo gli operatori continuano infatti a mancare almeno mille lavoratori stagionali. Difficile, per non dire impossibile, trovare dei lavoratori nel comparto.
A pesare è sempre la scelta del governo di togliere i voucher, uno strumento flessibile che permetteva a molti di beneficiare di alcune entrate “extra” ma senza il quale tanti hanno rinunciato al lavoro estivo. Ma non solo. A non fare più la stagione sono infatti anche gli studenti e in questo caso a mancare è la voglia di impegnarsi, di fare un sacrificio per conquistare un mimino di autonomia. Anche tra i giovani in città, tanto che sempre più spesso ci sono attività costrette a reclutare giovani residenti nei comuni limitrofi. Oppure, per chi non ha alternative, occorre avviare turni di 10 o 12 ore tra il personale in servizio.
«Il fatto è che ci sono numerose limitazioni per assumere un minorenne – dice Christofer De Zotti, capogruppo della lista Jesolo Bene Comune – e l’unica alternativa è quella assumerli come un operaio formato. A quel punto per un’azienda conviene lavorare con una persona adulta, già formata. Noi proponiamo al Comune di istituire dei bandi pubblici per istituire degli stage, soluzione prevista per i minorenni».
Ad intervenire è anche Confcommercio, soprattutto dopo le limitazioni introdotte dal Governo con il cosiddetto decreto dignità che riduce l’utilizzo dei contratti a termine. «Pensare di ridurne il ricorso è dannoso per la stagionalità, per realtà come quella di Jesolo», commenta il presidente dei commercianti, Angelo Faloppa. «I contratti a termine costituiscono uno strumento vitale e necessario dove ci sono stagionalità e picchi di lavoro difficili da prevedere. Le misure del decreto, come la reintroduzione della causale e maggiori costi a carico delle imprese, segnano un pericoloso ritorno al passato e rischiano di cancellare la flessibilità regolare a vantaggio delle formule contrattuali penalizzanti come le partite Iva».
Confcommercio San Donà Jesolo, che un paio di anni fa era intervenuta sul problema dei voucher, con una app che aiutava gli imprenditori riducendo le tempistiche burocratiche, ora è in prima linea anche sui contratti a termine. “Per una economia turistica come quella di Jesolo – aggiunge Faloppa – il ricorso al lavoro a tempo determinato è essenziale».
Giuseppe Babbo