Autorevolezza, coraggio e generosità non le hanno mai fatto difetto. Come quando aiutò circa 200 italiani internati a Ginevra. Lutto al Lido per la morte di Savina Sacchettini d’Elia (nella foto), vedova di Paolo d’Elia, prefetto reggente di Venezia nel 1978, e mamma dell’avvocato Francesco Mario d’Elia.
Aveva 96 anni e da qualche mese, dopo una vita trascorsa sempre a casa insieme al figlio, era ricoverata all’istituto San Camillo degli Alberoni, dove si è spenta nella mattinata di venerdì 20 luglio. Il suo gesto di generosità in gioventù passò alla storia. Era il periodo della Seconda Guerra Mondiale, la giovane Savina frequentava le scuole locali come cittadina italiana, facente parte di un organismo d’assistenza della parrocchia e della Chiesa italiana di Ginevra sita in rue Henry Blanvalet. Così aiutò la Comunità di militari italiani circa 200 persone, lì residenti ed internati dopo il loro ingresso in Svizzera. Tra gli italiani residenti ed internati a Ginevra, Savina Sacchettini conobbe ed aiutò Luigi Einaudi (secondo Presidente della Repubblica italiana) Francesco Carnelutti (uno dei più famosi avvocati penalisti italiani), Pietro Chiovenda (famoso professore universitario di diritto) e molti altri.
Era una persona buona, stimata in isola, dotata di un grande senso di rettitudine e di un profondo senso delle istituzioni. Era nata il 5 settembre 1921 a Villerupt in Francia dove i suoi genitori piemontesi erano emigrati per trovare lavoro. Successivamente con la famiglia si trasferì in Svizzera, a Ginevra nel 1935. Si sposò con Paolo d’Elia, stimato funzionario della Prefettura lagunare, fino a diventarne prefetto reggente, che conobbe durante il suo soggiorno ginevrino con il famoso regista teatrale italiano Giorgio Strehler.
La famiglia d’Elia rientrò a Venezia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e Savina si dedicò anima e corpo nell’educazione del figlio Francesco Mario. I funerali di Savina Sacchettini martedì 24 alle ore 10.30 nella chiesa dell’istituto di cura San Camillo degli Alberoni. (L.M.)