Meno tasse, più servizi, sostegno crescente a chi fa due o più figli. Saranno queste le misure che il nuovo Governo prenderà per sostenere la famiglia?
Vedremo nelle prossime settimane. Certo è che il “Governo del cambiamento” dovrebbe farsi sentire con forza su questo tema. Una sollecitazione indiretta, ma quanto mai autorevole, è venuta nei giorni scorsi dal Papa che, incontrando il Forum delle Famiglie, ha detto che «il pieno riconoscimento e l’adeguato sostegno alla famiglia dovrebbero rappresentare il primo interesse da parte delle istituzioni civili, chiamate a favorire il costituirsi e il crescere di famiglie solide e serene, che si occupino dell’educazione dei figli e si prendano cura delle situazioni di debolezza».
Ora sta a chi governa prendere decisioni che ridiano respiro all’attuale situazione asfittica: ogni donna italiana genera mediamente 1,34 figli, molti meno dei 2,1 necessari per mantenere stabile nel tempo la popolazione, e meno di quanti ne fanno le donne francesi: 1,93.
Per ora, il “contratto” da cui è nato il Governo Conte prevede alcune misure: innalzamento dell’indennità di maternità; sgravi contributivi per le imprese che mantengono al lavoro le madri dopo la nascita dei figli; rimborsi per asili nido e baby sitter, fiscalità di vantaggio, tra cui Iva a zero per prodotti neonatali e per l’infanzia. Inoltre, agevolazione per le famiglie con anziani a carico, compresa l’assistenza domiciliare anche tramite colf e badanti.
Altrove, in Francia per esempio, si fa di più. Si è introdotto il quoziente familiare, che divide le imposte per il numero dei componenti della famiglia. E ci sono misure fiscali che sostengono il redditi e il ceto medio e non solo quello basso (come già accade in Italia). Vedremo.
Siamo però convinti che le pur necessarie misure economiche e fiscali non basteranno a invertire la rotta. In Italia la cultura della famiglia è sempre più gracile. Si indebolisce cioè l’idea che famiglia sia bello. Passa sempre più invece, in particolare nei media, l’idea che non avere legami e vivere da single sia la scelta preferibile.
Invertire la rotta si può. Bisogna però proporre, soprattutto tramite i media, testimonianze convincenti di quanto è bella e attraente la vita in famiglia. Se non tornerà una cultura pop della famiglia non basteranno i puntelli di alcun “Governo del cambiamento”.
Lo dimostra anche l’incontro dell’altro giorno di Papa Francesco: «Grazie», ha detto: «Da tempo non sentivo parlare sulla famiglia con tanta passione. Ci vuole coraggio per farlo oggi». Appunto: coraggio e passione che facciano venire voglia anche a tanti altri.
Giorgio Malavasi