«Sono stata di recente a Londra e, per la prima volta, all’arrivo, ho dovuto esibire il passaporto. Forse non ci rendiamo ben conto di ciò che che avevamo e di ciò che rischiamo di perdere rinunciando all’Europa». Luisella Pavan-Woolfe, direttore dell’Ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa, propone quest’episodio – piccolo ma emblematico – al Patriarca, nel corso del colloquio avuto stamattina, in palazzo patriarcale a Venezia, con mons. Moraglia.
Un colloquio che è stato occasione per un confronto sulla situazione attuale del continente e della percezione che i cittadini hanno delle istituzioni europee.
Luisella Pavan-Woolfe che, in qualità di funzionario della Commissione Europea ha sviluppato nuove politiche e legislazioni nelle aree della protezione dell’ambiente, dei trasporti, dell’uguaglianza tra gli uomini e le donne e del contrasto alle discriminazioni, negli anni del suo impegno in Europa ha inoltre gestito i fondi strutturali dell’Unione finalizzati al sostegno della formazione, istruzione e occupazione. Ora, dal 2015, è tornata in Italia aprendo e guidando, proprio a Venezia, l’unica sede diplomatica del Consiglio d’Europa nel nostro Paese.
Con il Patriarca, la Pavan-Woolfe ha convenuto su come sia cresciuto, negli anni, un diffuso malumore popolare nei confronti delle istituzioni europee; spesso un pregiudizio, cui sarebbe opportuno contrapporre le ragioni fondanti e attuali di un’Europa al servizio dei popoli. Anche per non rimanere schiacciati, nell’attuale contesto globale, dagli altri grandi protagonisti: Stati Uniti, Cina e Russia. (G.M.)