Servizio a regime per il treno Italo lungo il percorso Venezia – Milano – Torino. Entrano in servizio, infatti, anche gli ultimi treni Italo Evo, prodotti da un’azienda francese, con stabilimento a Cuneo, che permettono di completare la flotta e l’insieme delle corse lungo la nuova dorsale.
Italo, lungo la Milano – Venezia, propone così 14 collegamenti al giorno, più altri 16 lungo la Roma – Venezia. Il completamento del servizio è stato presentato mercoledì 6 a Mestre, con una certa soddisfazione per l’azienda privata dei trasporti su ferro, che nel 2017 è riuscita a trasportare 13 milioni di passeggeri, con un tasso di occupazione del 78% dei posti.
«Dal 2012, anno in cui siamo entrati nel mercato – spiega il direttore commerciale, Fabrizio Bona – il trasporto ferroviario in Italia è cresciuto mediamente del 5% all’anno. Ci sono ottime prospettive per un’ulteriore crescita. La direttrice Nordest porterà, nel 2019, almeno un milone di passeggeri in più, forse due. Il treno, oggi, fa decisamente concorrenza all’aereo e all’automobile».
Il che vale da Salerno in su, s’intende: «Perché l’infrastrutturazione al Meridione – prosegue Bona – è molto carente. Il mercato potenziale c’è, perché al Sud c’è parecchia mobilità, ma se non arriva l’alta velocità non ha senso che Italo arrivi oltre Salerno».
Così attenzione e investimenti sono ora mirati soprattutto sulla direttrice Nordest. Lo stesso acquisto di 17 nuovi treni di ultima generazione, del costo di 20 milioni di euro ciascuno, dice a cosa si punta. Ecco, proprio i treni, ammette Bona, sono la fatica maggiore: «Ci vogliono tre anni, dal momento in cui li commissioni al momento in cui li metti sui binari». Perché, ovvio, i treni non li si compra al supermercato e ogni mezzo viene costruito in base alle esigenze del committente. Ma tre anni sono tanti per chi investe centinaia di milioni e vuole andare… di corsa.
Giorgio Malavasi