Erano in 10mila, oggi a Pesaro, per la convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Ad essi si è rivolto il Patriarca Moraglia nell’omelia della Messa celebrata al termine della convocazione stessa.
Mons. Moraglia riflette sul tema della compassione, che Rinnovamento ha posto al centro della sua 41.a convocazione nazionale. «I discepoli – afferma il Patriarca – sono chiamati e mandati a farsi carico del prossimo, non come fossero psicologi o sociologi ma come discepoli del Signore, come Gesù ha fatto e come vuol continuare a fare attraverso i suoi discepoli. Questi temi oggi – nella società dell’immagine, del benessere, del guadagno, dell’individualismo – vengono largamente “silenziati” e per questo se ne avverte l’urgenza: “Gesù lo vide ne ebbe compassione… lo portò in una locanda e si prese cura di lui… E disse: va’ e anche tu fai così”. La nostra società ha bisogno di buoni samaritani!».
Dinanzi ad una foltissima assemblea, della quale facevano parte una rappresentanza dal Triveneto, e una delegazione veneziana, guidata dall’assistente diocesano del movimento, mons. Orlando Barbaro, presenti anche don Pierpaolo Dal Corso e padre Sebastiano Simonitto, parroco di San Francesco della Vigna a Venezia, mons. Moraglia ha sottolineato che «la buona notizia è proprio questa: la Chiesa e noi uomini possiamo sempre contare sul dono dello Spirito e sulla grazia che tutto rinnova in Dio».
Ha ricordato anche la dinamica dello Spirito: «La vita spirituale, ordinariamente, si sviluppa secondo tempi e modi dell’uomo che ha bisogno di pensare, conoscere, decidere; ogni crescita si svolge in modo progressivo e chiede la collaborazione dell’uomo. Così la vita di grazia è, ordinariamente, legata alle esigenze della storia, ossia, del tempo e dello spazio. Ma la grazia di Dio non è prigioniera del tempo e dello spazio; lo Spirito irrompe con la sua forza creatrice. Così è avvenuto per Saulo che, sicuro di sé, si reca a Damasco con lettere del sommo sacerdote per condurre prigionieri i seguaci della nuova e nefasta credenza ma, in tale cammino, si scontrerà con chi è più forte di lui e verrà rinnovato totalmente; da quel momento, sarà un altro».
In questo senso, «lo Spirito opera sempre nella Chiesa e ci domanda di lasciarci condurre e non di voler essere noi a condurre, di fidarci e non di pretendere garanzie umane, di amare gratuitamente senza domandare il prezzo, di perdonare senza attendere il contraccambio».