«Quando sin da piccoli si è aiutati ad avere un rapporto con il Signore, quando un genitore vive e aiuta a vivere alla presenza di Dio, potrà capitare qualsiasi cosa nella vita di quella persona, ma nel cuore avrà sempre quella serenità e speranza interiore che nasce dalla certezza che siamo creature nelle mani del Creatore». È stata una delle riflessioni, questa, che il Patriarca ha condiviso questo pomeriggio con i genitori della scuola per l’infanzia “S. Giuseppe”, a Portegrandi, in occasione della quarta (ed ultima) giornata di Visita pastorale nella Collaborazione altinate.
Un invito, il suo, a trasmettere ai nostri figli il valore della preghiera sin dalla tenera età. Perché la formazione umana e cristiana non si improvvisa, ma si impara anche attraverso i gesti e le parole di mamma e papà. «Aiutiamo i nostri ragazzi a non essere polemici – aggiunge – ma a crescere nella capacità critica ponendo loro delle domande, facendoli riflettere: tutto ciò li aiuterà a crescere in libertà interiore, ovvero a saper prendere le distanze dal “ma tutti fanno così”».
Il Patriarca ha incontrato anche i piccoli alunni e i loro genitori della scuola per l’infanzia “S. Michele” di Quarto d’Altino. «I messaggi ricevuti in famiglia prima di andare alle scuole elementari sono essenziali: rimangono impressi per tutta la vita e segnano il futuro dei figli», commenta, sottolineando come i bambini spesso non comprendano ciò che i genitori si dicono ma il modo e il tono in cui si parlano sì; è da loro che imparano quali sono gli atti fondamentali della relazione, come la gratuità e il perdono. E, prima di fare un rimprovero, mons. Moraglia ha suggerito infine di affidarsi al Signore affinché, attraverso la preghiera, aiuti a trovare le parole e i gesti più giusti.
(con la collaborazione di Marzia Cattarin)
Marta Gasparon