E’ stata un’accoglienza calorosa, quella riservata questa mattina al Patriarca: i bambini e i ragazzi dell’iniziazione cristiana della Collaborazione pastorale altinate – riuniti nella chiesa di Quarto d’Altino – all’arrivo di mons. Moraglia hanno intonato tutti insieme il canto “Oggi il nostro cuore è in festa”.
Un incontro nel corso del quale i ragazzi hanno posto al loro ospite alcune domande. Com’è nata la sua vocazione? Perché convertirsi a Dio? Com’era da piccolo?
«C’è stato un periodo in cui, prima di andare a dormire, dicevo alla mamma: “da domani inizio a fare il bravo!”. E la mamma rispondeva: “quando verrà questo domani?», ha esordito il Vescovo di Venezia, soffermandosi poi su un concetto importante: le persone che ci stanno accanto e che ci vogliono bene sono quelle che sanno dire la verità su noi stessi, anche quando sbagliamo. «Quella parola – ha continuato – allora mi entra nel cuore, colpendomi e facendomi pensare a come mi comporto». Mons. Moraglia ha inoltre sottolineato quanto l’incontro con Dio cambi la vita, facendo vedere le cose che ci circondano – anche la morte stessa – sotto una luce differente. «Essere Patriarca – è stata una delle riflessioni conclusive – significa essere papà di persone di varie età, dai più piccoli agli adulti, anche se non sempre è facile».
(con la collaborazione di Marzia Cattarin e Giorgia Moro)
Marta Gasparon