Erano ben 24 i rappresentanti della Pastorale Universitaria veneziana presenti a Roma, l’8 e 9 marzo scorsi, al convegno della Cei su “Chiesa e Università: cantieri di speranza”.
Diciotto, nel gruppo veneziano, gli studenti universitari dalle provenienze più diverse, dal Trentino alla Sicilia, ma ormai “veneziani” d’adozione. Con loro responsabili, religiosi e laici, della Pastorale.
Poco tempo e molte le cose da dire e da condividere: il rettore dell’ateneo di Udine, Alberto De Toni, sottolinea con amarezza il rischio di un’università anonima, che non facilita le relazioni, ma isola e opprime; il direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei, Ernesto Diaco, ricorda che «non possiamo pensare di costruire la società e di occuparci di educazione dei giovani chiusi ciascuno nel proprio ambito. Occorre una sempre rinnovata alleanza tra Chiesa e università».
Per i ragazzi veneziani anche il privilegio di essere guidati in una non convenzionale visita di Roma da… un altro veneziano, lo scrittore muranese Alberto Toso Fei, che da anni vive e lavora nella capitale.
Infine, è stata fondamentale la possibilità di condividere idee ed esperienze tra giovani di diverse realtà, raccogliendo nuovi stimoli per la Pastorale futura. Sono proprio i giovani, infatti, che si impegnano quotidianamente per rendere le università veneziane “cantieri di speranza”. (E.Z.)