Nel dicembre 2017, una mareggiata provocò danni alla costa veneta stimati in un milione e mezzo di euro. Una naturale difesa da questi eventi estremi sono i sistemi di dune, autentiche barriere di sabbia costruite dalla vegetazione. Difese minacciate, però, dal passaggio dei turisti: il 90% degli habitat dunali si trova in cattivo o inadeguato stato di conservazione. E la situazione è in peggioramento.
Scienziati e istituzioni si sono alleati per affrontare la minaccia intervenendo in alcune aree sensibili del litorale adriatico grazie a un progetto europeo del programma Life Redune (www.liferedune.it), coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia, con partner la Regione del Veneto, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario e aziende specializzate nella ricostruzione degli habitat.
Il progetto, che riguarderà aree costiere dei comuni di Cavallino-Treporti, Jesolo, Eraclea, Caorle e San Michele al Tagliamento, sarà presentato pubblicamente venerdì 23 febbraio alle 9.30 nell’auditorium ‘Danilo Mainardi’ del Campus Scientifico (Via Torino 155, Mestre).
Obiettivi principali sono riconnettere tre chilometri di dune ‘ferite’ dal calpestio dei turisti, riqualificare più di 80 ettari di habitat dunali, piantare oltre 150mila piante, costruire un chilometro di passerelle e 10 di recinzioni. Sarà sperimentato l’uso di droni per il monitoraggio ambientale e sviluppato un metodo per controllare il proliferare di una specie vegetale alloctona e invasiva, Oenothera stucchii.
Ma molto ci si aspetta anche dalla collaborazione con gli attori in gioco. Sono previsti, infatti, 30 incontri di formazione con gli operatori turistici e altre categorie interessate per sensibilizzarli sul valore degli ecosistemi dunali. Sarà definito un accordo formale tra Regione, comuni e gli altri portatori di interessi per la gestione a lungo termine delle spiagge.
Inoltre, verranno organizzati circa 80 eventi di educazione ambientale dedicati a scuole, abitanti, turisti, organizzati da Ca’ Foscari e cooperative locali o associazioni no profit che si occupano di tutela ambientale.
Le dune sono una parte integrante degli ambienti costieri ed hanno un ruolo essenziale quale elemento di mitigazione “naturale” del rischio di erosione o allagamento, tanto che l’IPCG (Intergovernmental Panel on Climate Change) le ha identificate tra gli elementi di resilienza della zona costiera sabbiosa, insieme alle barriere coralline, le aree salmastre e le foreste di mangrovie.
Le dune costituiscono infatti una sorta di “serbatoio” di sedimenti, in grado di fornire sabbia alla spiaggia antistante e, quando in buono stato, rappresentano un ostacolo in grado di contrastare le inondazioni marine e difendere le aree retrostanti dall’aerosol salino. Infine risulta strategico il loro ruolo di riserva di acqua dolce quale ostacolo all’intrusione del cuneo salino.
In base all’ultimo Report ISPRA sullo stato di conservazione degli habitat in Italia, l’83% degli habitat dunali è in stato di conservazione cattivo o inadeguato (percentuale molto più alta di quella calcolata per altre tipologie di habitat in Italia: circa 67%). Considerando poi solo quelli in cattivo stato di conservazione, la differenza è ancora più alta (66% vs. 26%).