I bambini, i genitori e i catechisti riuniti nella parrocchia di S. Maria Elisabetta, a Cavallino, hanno dato oggi pomeriggio il loro caloroso benvenuto al Patriarca sulle note del canto “Emmanuel” e battendo il ritmo con le mani. Un dialogo, quello iniziato alle 15.30, che ha permesso a piccoli e grandi presenti in una chiesa gremita, l’approfondimento di argomenti diversi.
Alcuni bambini hanno dato vita ad un momento speciale: un’intervista a tu per tu con mons. Moraglia che non si è risparmiato nelle risposte. Delle domande, queste alcune fra quelle poste: quando sei stato nominato Patriarca come ti sei sentito? Come comportarci per avvicinarci a Gesù? Quanto tempo dedichi alla preghiera nel corso della giornata e come preghi?
«Identifico l’inizio del mio cammino verso Gesù – racconta il Patriarca – con la mia infanzia: la parrocchia, la Messa domenicale con i miei genitori, il catechismo. Ho poi scelto di diventare prete a 19 anni, nonostante i miei volessero che mi iscrivessi all’Università. Quando il Signore chiama vuol dire andare verso l’unica strada in cui senti di poter realizzare la tua vita». E mons. Moraglia ha inoltre confidato il suo stato d’animo non appena venne nominato Patriarca. Una sorpresa da lui definita inimmaginabile e per la quale, inizialmente, non era preparato. «Allora – commenta – mi sono detto: Signore, se sei Tu che lo vuoi, mi porterai per mano». La riflessione è proseguita intorno al tema della preghiera, vista dal Patriarca come una vera e propria necessità: la sua giornata non può iniziare senza. «La preghiera – afferma – dona forza, sostiene il mondo ed è per tutti».
E l’incontro si è concluso insieme a genitori e catechisti, ai quali Moraglia ha affidato un messaggio emblematico: il genitore cristiano è colui che non si limita ad indicare al bambino la strada ma lo accompagna nel percorrerla. «La fede – sostiene – è qualcosa di necessario come l’acqua per bere e i ragazzi hanno bisogno di vedere quanto essa sia importante per mamma e papà».
(con la collaborazione di Alessandra Lazzarini)
Marta Gasparon