“L’amore dà sempre vita”: si apre con la citazione dall’Amoris Laetitia di Papa Francesco il messaggio dei Vescovi per la 40a Giornata nazionale per la Vita che si celebra il 4 febbraio. Una Giornata che in diocesi di Venezia avrà il suo momento saliente nella Veglia della Vita del 7 febbraio, con il Patriarca, in programma a Mestre, nella chiesa di San Giovanni Evangelista di via Rielta (ore 20,45).
Ed è un messaggio d’amore e di speranza quello che arriva dalle volontarie del Centro Aiuto Vita, con sede ad Altobello, impegnate concretamente in favore della vita. Anche quest’anno, riferisce la presidente del Cav di Mestre Brunella Furegon, sono nati circa 60 bambini e sono state seguite circa 130 donne in difficoltà. Si tratta di aiuto materiale (il corredino, il latte, i pannolini), ma anche psicologico e di sostegno laddove vi sia un dubbio nel far proseguire o meno la gravidanza. «Quest’anno è accaduto solo in un paio di casi che la donna fosse indecisa se tenere o meno il bambino. Ma – racconta la presidente – era un’indecisione già debole in partenza, queste due donne avevano solo bisogno di un supporto in più perché decidessero di far nascere il loro bambino». E questo supporto, psicologico prima ancora che materiale, è arrivato a destinazione grazie alle volontarie del Cav.
Le nigeriane bussano al Cav, ma poi spariscono. Molto più frequenti sono invece i casi di donne straniere in difficoltà economica, che bussano alla porta di via Altobello per avere un aiuto materiale. «E purtroppo con una parte di loro non riusciamo ad andare oltre a quell’aiuto concreto», spiega la presidente riferendosi in particolare alle donne nigeriane. Sono state una trentina quest’anno a rivolgersi al Cav: «Hanno situazioni complesse alle spalle, di cui non parlano, ma che noi intuiamo essere legate alla tratta e alla prostituzione. Ci chiedono il corredino, ma poi spariscono e non sappiamo più nulla di loro, né dei bambini. Siamo in contatto con i servizi sociali e con le autorità, ma molte non hanno un recapito, non hanno la residenza, non sappiamo come aiutarle. E pochissime – sottolinea Brunella Furegon – chiedono di uscire da questa situazione. Noi soffriamo molto di fronte a questi casi, soprattutto pensando al futuro di questi bambini, ma è davvero difficile intervenire». Di segno opposto, invece, il rapporto che si è instaurato negli anni con le donne provenienti dall’Est Europa: «Si sono integrate, hanno una rete familiare e, pur nelle difficoltà economiche, ci tengono ad essere inserite qui. Tornano al Cav anche per il secondo e il terzo figlio, lavorano come colf o badanti e anche i loro mariti fanno lavori umili, ma hanno davvero l’intenzione di inserirsi nel Paese che li ha accolti. Mandano i figli a scuola e si danno da fare per crescere nel migliore dei modi la famiglia».
La ritrosia delle italiane. Per quanto riguarda le donne italiane, che sono in minoranza, emerge come in realtà le richieste d’aiuto potrebbero essere molte di più, ma c’è molta ritrosia. «Veniamo a sapere di famiglie in difficoltà economica, che però si vergognano a chiedere aiuto. Qui non si tratta di fare la carità, ma di venire in aiuto a famiglie che, per motivi diversi, possono trovarsi in una situazione di difficoltà economica, che l’arrivo di un figlio può acuire. Ci dispiace non riuscire ad intercettare queste situazioni di disagio, che sappiamo esserci nel nostro territorio, ma che rimangono nascoste». Positivo, in quest’ultimo anno, è stato l’arrivo del contributo di 7000 euro del Comune di Venezia: «Dobbiamo ringraziare l’assessore Simone Venturini che ha compreso il senso della nostra attività e si è prodigato per farci avere il contributo. Abbiamo deciso di utilizzarlo spalmandolo su tutti i corredini, aumentando il numero di pacchi di pannolini, da due a tre, e di latte. E poi – aggiunge la presidente – non possiamo non ringraziare le tante persone che ogni anno ci sostengono con importanti offerte». Grazie al passaparola, poi, non manca l’arrivo di vestitini per ogni stagione, regalati da singole famiglie o anche da scuole. L’amore dà vita, anche attraverso questi piccoli gesti.
Serena Spinazzi Lucchesi