Regolare, gestire ma anche salvaguardare il diritto a visitare una città unica come Venezia, specie per chi è più debole e fragile.
È la linea suggerita dal Patriarca, che commenta a caldo le difficoltà registrate nei primi giorni di Carnevale, in particolare sabato quando, tra San Leonardo e Lista di Spagna si è creato un “tappo” di persone, senza possibilità di procedere né in una né nell’altra direzione.
«A volte – afferma mons. Moraglia – ci sono anche dei problemi che sono più grandi degli uomini e della loro buona volontà. Verrebbe da dire “normiamo il flusso” e potrebbe essere anche un intervento necessario per la sicurezza. A volte, quando si regola così, i più penalizzati sono i più fragili economicamente e socialmente; penso, in particolare, a quei papà e mamme che organizzano una gita a Venezia per far vedere il Carnevale ai bambini e si trovano in difficoltà o respinti».
Un equilibrio difficile e tutto da costruire, perfino volta per volta: «Si tratta – conclude il Patriarca – di normare la presenza di visitatori in modo che non sia penalizzante per i residenti e per se stessi e che, allo stesso tempo, rispetti i parametri di vivibilità della città».