«Il canto sacro, soprattutto il canto liturgico ha una funzione pastorale fondamentale, perché ci sono delle cose che non possiano dire con le sole parole e il solo ragionamento. E ci sono delle cose che è bene non dire con le sole parole e il solo ragionamento. Con il canto, invece, possiamo capire e sperimentare che Dio è la bellezza».
È il concetto di fondo che il Patriarca Francesco mette in luce durante l’incontro di preghiera e musica che chiude la giornata di sabato 20, nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Jesolo Lido. Le corali parrocchiali della Collaborazione di Jesolo Lido propongono alcuni dei brani del loro repertorio.
Il Patriarca ringrazia, «perché grazie – dice – è la parola che sintetizza lo stato d’animo di chi ha ascoltato». E aggiunge: «Il canto è una delle forme più umane di espressione. Non c’è popolo né cultura che non si esprima con il canto e nel canto. Questo perché il canto dice quello che la sola parola o il solo ragionamento non riescono a dire. Il canto è tale che le parole neppure più sostengono l’emozione delle note».
Vale in particolare per il canto sacro e cristiano: «Una comunità credente che non esprime la sua fede nel canto e nella musica – afferma mons. Moraglia – si priva di un’espressione che va oltre la parola e che è idonea, nei limiti dell’uomo, per esprimere la grandezza di Dio».
La distinzione dei contesti e degli scopi, per il Patriarca, va però salvaguardata: «Sbagliamo tutte le volte che trasportiamo il canto profano in chiesa, perché alla fine non diciamo più Dio, ma diciamo la profanità. Viceversa, un canto non è sacro solo perché è eseguito in un ambiente sacro, ma perché porta dentro di sé qualcosa di sacro. Accade quando esprime e dice adorazione».
In questo senso, nella liturgia, il canto è «momento fondamentale. Quando il coro esprime qualcosa che l’assemblea non riesce a fare da sola e, quindi, diventa voce dell’assemblea, il coro diventa diaconia dell’assemblea. E allora bisogna che in Diocesi, anche attraverso la Visita pastorale, ci si muova in questa direzione: bisogna cioè riscoprire il valore del canto sacro e liturgico. Come come dire Dio nel canto. Come cantarne la bellezza».