«Non perdete le vostre radici, ma allo stesso tempo amate e rispettate la cultura e le tradizioni dei Paesi che vi ospitano».
È il messaggio che il Patriarca ha lasciato oggi pomeriggio ai 120 migranti e richiedenti asilo, ospiti di una struttura della Croce Rossa a Jesolo Lido.
Mons. Moraglia li ha incontrati all’inizio della Visita pastorale, che proprio oggi ha preso il via e che riguarda la Collaborazione pastorale di Jesolo Lido, formata dalle parrocchie dei Ss. Liberale e Mauro, Santa Maria Ausiliatrice e Sacro Cuore.
A fare da guida, il presidente della Croce Rossa Italiana del Veneto, Francesco Boso, che ha fatto visitare la struttura agli ospiti. Poi l’incontro fra il vescovo di Venezia e i profughi. Si è fatta avanti, fra gli altri, una giovane somala, diventata mamma da appena 4 mesi di una splendida bambina, che il Patriarca ha accarezzato con dolcezza.
Poi il dialogo, a partire dai racconti e da alcune domande poste dai migranti stessi. Un giovane musulmano ha ricordato di aver molto sofferto per venire qui in Italia, in cerca di una vita migliore. «Dove posso adesso trovare la speranza?», ha domandato. «Spero – gli ha risposto mons. Moraglia – che tu possa incontrare tante persone, anche musulmane ma io mi auguro anche cristiane, che rispondano alle parole di Gesù: avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere, avevo bisogno di un lavoro – è stata la variazione del Patriarca – e mi hai dato un lavoro…».
Emanuele, un giovane nigeriano cattolico, che ha ricevuto la prima Comunione proprio a Jesolo, nel novembre scorso, ha evidenziato una cosa che lo stupisce. Ovvero il fatto che, a differenza di quanto accade nel suo Paese, in Italia non ci sono persecuzioni contro i cristiani, che non devono aver paura nel professare la propria fede. Eppure – ha detto sorpreso Emanuele – qui i giovani, pur potendolo fare, non vanno a Messa: perché?
Probabilmente – ha rilevato il Patriarca – noi siamo un popolo che ha almeno in parte dimenticato la fede. E, sul tema del ricordare, l’invito finale, rivolto dal Patriarca agli stranieri presenti, affinché il loro cammino sia verso una vera integrazione: «Non perdete le vostre radici, ma allo stesso tempo amate e rispettate la cultura e le tradizioni dei Paesi che vi ospitano». E proprio il Patriarca ha preso un vassoio e ha iniziato a offrire i pasticcini ai presenti, per un piccolo rinfresco finale.
(con la collaborazione e le foto di Giampaolo Rossi)