Ci saranno dei poliziotti, sabato 16 e domenica 17, in alcune chiese della terraferma veneziana. Nessuna paura, però, perché verranno solo a dare dei consigli. Suggeriranno, soprattutto agli anziani, che cosa fare per non farsi truffare e derubare. Al termine della Messa o prima dell’inizio, in un momento concordato con il celebrante, interverranno al microfono. E, dove non potranno, hanno chiesto ai parroci di pubblicare un testo nel foglietto o nel sito parrocchiale.
Truffe e raggiri, a Mestre, in dieci anni, si sono dimezzati. Però, ogni tanto, alcuni episodi capitano, soprattutto a danno di persone anziane: «L’eradicazione completa del fenomeno è probabilmente utopia», sottolinea il primo dirigente del Commissariato di Mestre, Eugenio Vomiero: «Una sua ulteriore, significativa riduzione è invece fattibile».
È per questo che la Questura di Venezia, da parecchi anni è attenta al tema e fattivamente impegnata non solo nel fare repressione, ma anche informazione presso i cittadini, ha deciso questa nuova iniziativa.
D’accordo con la Diocesi, la Polizia, in particolare per iniziativa del Questore Vito Gagliardi, ha individuato in chi va in chiesa l’interlocutore da raggiungere per alcuni semplici messaggi.
Intanto per spiegare che cosa può succedere, come si manifestano i pericoli. Si possono, ad esempio, avvicinare persone che si spacciano come “mandate” dal parroco o da qualche realtà associativa, caritativa o di volontariato… Altre volte si presentano con scuse più elaborate, qualificandosi come addetti al controllo di qualcosa… oppure come “amici” di un figlio – talvolta comunicando situazioni (del tutto inventate) relative a incidenti o problemi economici dei familiari – oppure ancora come “avvocati” incaricati di svolgere determinate e urgenti pratiche…
La raccomandazione che la Polizia di Stato rivolge a tutti è semplice e chiara: fare sempre molta attenzione ma, soprattutto, non fare mai entrare in casa persone sconosciute o della cui identità non si è sicuri (anche se si presentano in modo deciso o altisonante) e non consegnare mai denaro. Meno che mai in contanti.
Se capitasse quindi di essere contattati o avvicinati – per strada o a casa – da simili personaggi, la sola cosa da fare è non dare loro alcuna confidenza ed anzi chiamare immediatamente la Polizia, utilizzando il consueto numero 113, utile in casi di emergenza. Si raccomanda di segnalare anche eventuali chiamate di sconosciuti per informazioni non veritiere (es. bollette non pagate, versamenti da fare ecc.)
Chi commette questo tipo di truffe e raggiri – spiega Vomiero – perlopiù viene da fuori territorio; si tratta dei “trasfertisti”, delinquenti abituali che si spostano da un luogo all’altro per compiere i reati e poi trasferirsi altrove. È anche per questo che di truffe e raggiri magari non si sente parlare per settimane e poi se ne concentrano due o tre in pochi giorni.
«Sono persone già indagate e pluripregiudicate – prosegue il dirigente del Commissariato di via Ca’ Rossa – e sempre più ne prendiamo. Ma per ridurre al massimo questi fenomeni odiosi la cosa migliore è la prevenzione. Ed è dimostrato che una vasta informazione è la forma migliore per prevenire».
Giorgio Malavasi