«Scommettere di più sui giovani, investire sul loro futuro che, poi, è il nostro. Ci vuole più coraggio, più libertà interiore, più distacco da se stessi, più sensibilità verso il bene comune al di là della propria persona».
È incentrata sul futuro dei giovani la riflessione che il Patriarca offre alle tante persone che gremiscono la basilica del Longhena, a Venezia, per la Messa nel giorno della Madonna della Salute.
Il prossimo Sinodo, prosegue il Patriarca, «ci chiama a riflettere su come incontrare i nostri giovani, come farli sentire soggetti attivi e responsabili, come aiutarli ad entrare nella vita e nel mondo del lavoro, senza estenuanti anticamere, a fare in modo che possano manifestare le loro angosce ed esprimere un amore accogliente verso il dono della vita – concepimento, nascita, fragilità, spegnimento -; ancora dobbiamo chiederci come testimoniare loro il rispetto per il creato e, soprattutto, il senso e l’amore di Dio e dei fratelli».
Ed è proprio l’amore verso Dio e i fratelli che ci dice come guardare alla nostra società impegnandoci a riconoscere i diritti delle persone: «Tali diritti – prima di situarsi a livello politico – costituiscono una proposta culturale. Il Vangelo è una grande luce che va oltre le emotività e illumina la realtà. Siamo chiamati a rispettare tutti gli uomini e, insieme, ad esprimere i valori della cultura e della storia di cui siamo portatori e che ci hanno plasmato rendendoci comunità vive, intraprendenti, cordiali. Il Vangelo – secondo la sana laicità che fa parte del pensiero sociale della Chiesa – plasma la cultura di un popolo perché sempre si compiano scelte a favore dell’uomo».
Dal Patriarca Francesco anche una sottolineatura del significato forte, per la città e la collettività veneziana, del tradizionale pellegrinaggio alla Madonna della Salute: «Ormai da quattro secoli uomini, donne, giovani, anziani si recano alla Basilica edificata dalla fede dei nostri padri; è un flusso incessante. Ciascuno porta le sue richieste, i drammi personali e familiari, le sue ferite. Tutto giunge qui ai piedi della Madonna, la madre comune; tutte le speranze, le gioie, le sofferenze, le attese arrivano qui a Colei che per i veneziani è, semplicemente, la Madonna della Salute».
Questo pellegrinaggio del 21 di novembre – come quello della terza domenica di luglio al Redentore – «fa parte del dna della città. Ogni anno riviviamo la promessa fatta in quel lontano 1630 dal governo della Serenissima, chiedendo la liberazione dal flagello della peste».
E infine un ringraziamento per la notizia dei giorni scorsi: «Oggi abbiamo un motivo di più per gioire poiché il nostro antico e amato Patriarca Albino Luciani, nei giorni scorsi, è stato dichiarato venerabile, ossia riconosciuto come chi ha esercitato in modo eroico le virtù cristiane; si tratta di un pronunciamento ufficiale della Chiesa voluto da Papa Francesco. E, oggi, ricordiamo questo con particolare gioia poiché il patriarca Luciani fu spesso pellegrino alla Madonna della Salute; per questo – come Chiesa che è in Venezia – vogliamo dire il nostro grazie a Dio; è un privilegio aver avuto come Vescovo, in un periodo non facile della nostra storia recente, un pastore che – secondo il giudizio autorevole della Chiesa – ha esercitato in modo eroico le virtù».