Giovedì 16 novembre è successo qualcosa che non accade spesso: degli universitari che ascoltano degli studenti del liceo. Alla Scuola Grande di San Rocco, alle 16.30 si è riunito un gruppetto di universitari per visitare la mostra che riproduce, in scala 1:4, la Cappella degli Scrovegni di Giotto.
Il progetto, che si colloca all’interno dell’alternanza scuola lavoro, ha portato alcune classi di sei scuole superiori veneziane a lavorare come guide della mostra, dal 6 novembre al 3 dicembre.
«Qui non siamo soprammobili», dice uno dei ragazzi: «Siamo protagonisti! Per la prima volta capiamo che anche tra studiare e fare c’è di mezzo il mare».
«All’inizio eravamo spaventati e preoccupati», prosegue un altro: «È stato bello scoprire poi di esserne capaci. I turisti si stupiscono per la nostra abilità nel fare le guide in varie lingue… e anche noi ce ne siamo stupiti! Pensavamo che queste lingue che studiamo a scuola stessero chiuse in un cassetto, e invece…». Dopo aver messo gli universitari in cattedra, la Pastorale Universitaria non poteva certo perdersi l’occasione di mettersi in ascolto quando vi salivano gli studenti delle superiori…
È così che si è deciso di far sì che i giovani ciceroni avessero l’occasione di guidare i loro “fratelli maggiori”; lo si è fatto proprio giovedì 16 perché a seguire, alle 17.30, c’è stata l’inaugurazione ufficiale di tutta la mostra, che si è conclusa con la lezione narrativa e interattiva del professor Roberto Filippetti, curatore e ideatore della mostra. «Questo progetto – ha spiegato il professore – dà anche a me l’incredibile possibilità di imparare dai ragazzi. Quando insegniamo, lo scopo non deve essere far vedere quanto siamo bravi noi prof, ma aiutare i giovani a dare il meglio».
Federico Sammarone