Marco muore a 12 anni a causa di un tumore. La famiglia acconsente alla donazione di cornee per esplicita volontà del ragazzo. Dopo 15 anni la sorella minore Alice, oggi adolescente, visita Fondazione Banca degli Occhi di Mestre per “chiudere il cerchio” e capire meglio quello che ha vissuto da piccola. E decide di scrivere una lettera aperta a tutti i familiari dei donatori.
Una lettera che viene resa nota ora, nella giornata in cui si raggiunge quota centomila cornee donate e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, viene in visita alla Banca degli Occhi. Ecco, qui di seguito, la lettera di Alice.
«Caro lettore, chi sono io? Sono una persona normale. A chi capitano le cose brutte? Solo alle persone buone o solo alle persone cattive? A tutti, indistintamente, nel mezzo della vita, con un’imprevedibilità da togliere il fiato e il sonno. (…).
Ci troviamo di fronte ad un grosso trauma, un grosso cambiamento, una grossa perdita.
Perdi la vista, perdi la vita, perdi un amico, un parente, un fratello, una madre o un padre, perdi un pezzo di te, e tutto sembra non avere senso, entri in un vortice di autodistruzione in cui tutto è buio. La banca degli occhi dona qualcosa di inaspettato, qualcosa che una volta era facilmente impensabile che fosse possibile, ed ecco che tutto quel vuoto non sembra poi così vuoto.
(…) La donazione delle cornee funziona un po’ come un rapporto interpersonale, doni con tutto il cuore qualcosa e dopo nasce un leggero egoismo, o almeno per me è stato così: dove sono gli occhi di mio fratello? Chi vede con gli occhi di mio fratello?
In campo medico questo ragionamento è del tutto inesatto: le cornee sono trasparenti, sono le lenti naturali degli occhi, gli specchi dei fanali dell’anima, non viene asportato nessun colore dell’occhio, nessuna parte troppo personale. Eppure, mio caro lettore, quello che ho provato per breve tempo è stato smarrimento. Col tempo questo senso di smarrimento passa, o addirittura sarà il vero aiuto per andare avanti con la propria vita.
Non ti nascondo che io non sto procedendo proprio nel migliore dei modi con la mia vita, ma sono rincuorata nell’immaginare, la sera, ad occhi aperti, la quotidianità di quelle due persone che, grazie a quelle cornee sottilissime di mio fratello, vanno in giro con un tenore di vita migliore. La donazione è così: è dura e bellissima allo stesso tempo.
Caro lettore (…) sono i tuoi sentimenti che han portato alla salvezza qualcuno, sono i tuoi sentimenti che fanno di te una persona che fa la differenza; e quando ti sentirai inutile, o triste, sdraiati, chiudi gli occhi e immagina la vita a colori, luminosa, a fuoco, di chi è tornato a vedere le meraviglie di una giornata di sole, quando pensava che non ci fosse più luce al mondo, quando pensava che tutto fosse perduto, quando eravate tanto simili, entrambi con la vostra perdita. Quando sei triste, sorridi, pensando al sorriso che grazie a te, grazie alla Banca degli Occhi, oggi, esiste».
Alice