«Sono convinto che sia gravissimo il fatto successo a Roma: l’uso del volto di Anna Frank per uno sfottò calcistico. Ma sono anche convinto che chi è stato protagonista di quel fatto non se ne sia neppure reso conto, e questo è ancora più grave. Certe cose si fanno senza neanche sapere che si stanno compiendo dei disastri. E questo vuol dire non conoscere il XX secolo, la seconda guerra mondiale, il nazismo… Perciò bisogna agire perché il deficit e, a volte, il nulla culturale – in particolare dei giovani – venga colmato di cultura e di capacità di lettura critica della realtà, sia in generale che nel territorio in cui si vive».
Lo ha sottolineato il Patriarca, incontrando sabato 28 ottobre, in palazzo patriarcale a Venezia, i diffusori di Gente Veneta, nell’annuale incontro di dialogo fra i collaboratori di diffusione del settimanale e il vescovo di Venezia.
Serve – ha affermato mons. Moraglia – una conversione intellettuale: «Significa che bisogna avere dei cristiani e delle comunità cristiane che sappiano pensare con la loro testa, che abbiano un sapere costruttivamente critico nei confronti del presente, della società, della politica».
«La comunità cristiana – ha rimarcato il Patriarca – non può essere una comunità impegnata solo moralmente o religiosamente. Lo dev’essere anche culturalmente e intellettualmente. E il settimanale Gente Veneta ha questa funzione, di leggere il nostro territorio. Perciò l’importanza del settimanale cattolico non è pleonastica, è fondamentale».