“Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo, solidale” è il titolo della 48a Settimana Sociale dei cattolici italiani, in programma a Cagliari dal 26 al 29 ottobre. Evidente è il riferimento al passaggio della Evangelii Gaudium (192): “Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”. E altrettanto evidente è la natura positiva e propositiva della tematica, che è sì di estrema attualità, ma è anche troppo spesso trattata solo in termini negativi. «Invece intendiamo occuparci del lavoro che vogliamo», sintetizza mons. Fabio Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.
«Il lavoro si inserisce nella prospettiva di una società che cambia, sotto l’aspetto economico, tecnologico, produttivo. Pensiamo allo smart working, all’industria 4.0», aggiunge il sacerdote veneziano. «Ma in questo contesto di innovazione culturale ed economica va considerato che il lavoro non è solo finalizzato al profitto al proprio sostentamento, ma dà soddisfazione e dignità alla persona umana. «Si lavora per vivere con dignità, per dar vita a una famiglia e far crescere i figli, per contribuire allo sviluppo della propria comunità», si legge nell’Instrumentum Laboris, uno dei principali materiali di lavoro della Settimana Sociale. Volgere dunque in positivo la tematica, ma non «per celebrare un bell’evento», avverte don Longoni, bensì per arrivare a delle proposte concrete. «L’idea è di avviare un processo, che sia costante e duraturo, alla ricerca di quello che abbiamo definito come “lav-oro”, come dei cercatori d’oro alla ricerca di quel lavoro degno che risponda alla definizione iniziale, che sia dunque libero, creativo, partecipativo e solidale. Questo tipo di lavoro, che ci nobilita agli occhi della società italiana, abituata più che altro a piangere – sottolinea il direttore – c’è già, ma evidentemente non viene sottolineato, né divulgato a sufficienza. Noi vogliamo dire che questo lavoro c’è e proprio per questo abbiamo individuato 400 buone pratiche».
Ci sono esempi di eccellenza nel settore manifatturiero dove – evidenzia l’Instrumentum Laboris – la competizione globale si può vincere puntando sulla qualità e l’innovazione, evitando così di competere su segmenti di manodopera a basso costo o poco specializzati. Altre buone pratiche sono emerse nei consorzi eccellenti, in settori non solo manifatturiero, ma anche agricolo e socio-assistenziale, così come nel mondo dell’artigianato e dell’enogastronomia…«Sono ambiti diversi, attraverso i quali vogliamo dare cuore e aria alle vele per procedere come una nave tra i marosi complessi», sintetizza don Longoni utilizzando una metafora. Nella complessità, si inserisce anche il tema della precarietà, che non deve ledere la dignità del lavoro e della persona. «Teniamo presente, però – sottolinea don Longoni – che al giorno d’oggi il lavoro è sempre più flessibile e il mito del posto fisso sta tramontando. Parliamo di flessibilità e non di precarietà. Sono proprio i giovani a darci l’esempio di un lavoro sempre più creativo e flessibile. Si innestano qui altre tematiche importanti: la formazione per chi perde il lavoro, la conciliazione famiglia-lavoro, le novità della green economy e del lavoro 4.0».
Dalle buone pratiche, infine, si può arrivare alle proposte concrete ed è proprio questo che si intende fare alla Settimana Sociale, che vedrà la partecipazione di un migliaio di persone da tutta Italia, tutte qualificatissime (per la diocesi di Venezia saranno presenti don Marco De Rossi, direttore dell’Ufficio Pastorale Problemi Sociali e Lavoro, Roberto Crosta segretario generale della Camera di Commercio e presidente del Marcianum, Roberto Senigaglia, docente di Diritto della Famiglia a Ca’ Foscari). «Arriveremo a delle proposte fattive, anche di legge che porteremo all’attenzione del governo», anticipa il direttore. «Dalle buone pratiche si possono trarre spunti che possono condurre a scelte politiche e – conclude don Longoni – vere e proprie scelte di campo».
Serena Spinazzi Lucchesi