“Speranza” è una parola il cui significato a volte diamo per scontato: la usiamo spesso, a volte un po’ a sproposito, e non sempre siamo sicuri di intenderla tutti allo stesso modo. È importante però capire bene di che cosa si tratta, anche perché nel Giubileo Papa Francesco ci invita ad essere “pellegrini di speranza”, chiedendoci non soltanto di assumere l’atteggiamento del pellegrino, ma anche di alimentarlo con una speranza vera.
Se cominciamo ad esaminare cosa sia la speranza ci possiamo accorgere che essa ha diverse facce e angolature, che possono variare secondo la prospettiva culturale o quella religiosa, oppure quella personale. Essa può avere un livello “minimo”, ossia una sorta di illusione consolatoria, ma anche uno massimo, quello di un grande disegno di salvezza universale; può avere una dimensione individuale, in cui ognuno spera qualcosa per sé, ma anche una sociale, che alimenta le energie per i cambiamenti nella società.
C’è una speranza laica, che si trova in perenne tensione con l’oggettività della ragione, e una speranza religiosa. E c’è la speranza teologicamente fondata, quella che san Paolo accosta alla fede e alla carità. La speranza insomma ha a che fare con un desiderio di pieno compimento, di autentica fioritura. Di certo c’è che difficilmente l’essere umano può vivere senza speranza e sicuramente non può esserci autentica fede cristiana senza la speranza di salvezza incarnata da Cristo.
Una “speranza affidabile”, dunque, sulla quale il Centro di studi teologici “Germano Pattaro” vuole offrire un’occasione per riflettere, in un periodo storico in cui essa sembra aver perso il suo “appeal” sugli esseri umani. Fra i molti possibili approcci il centro di studi teologici “Germano Pattaro” ne individua tre, che hanno in comune la considerazione che la speranza, spesso oggi giudicata astratta ed evanescente, sia al contrario qualcosa di concreto.
Un secondo incontro è fissato per giovedì 27 marzo alle ore 18, presso il centro Pattaro in campo San Maurizio. Rileggendo il pensiero sulla speranza del filosofo veneziano Giuseppe Goisis interverranno Marco Da Ponte, del centro Pattaro, e Monica Maddalena Goisis.
Infine un incontro che parte da una domanda: “La teologia della speranza di Moltmann è ancora attuale?”. Giovedì 3 aprile alle 18, ancora nella sede del centro in campo San Maurizio, parleranno il pastore Dieter Kampen (ASLI – Accademia di Studi Luterani in Italia) e don Stefano Didoné (Facoltà Teologica del Triveneto).
(Articolo tratto da Gente Veneta n. 10/2025)