Si terrà dal 20 al 23 marzo presso il Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia l’XI edizione di Foscamun, con la partecipazione di molti studenti, anche stranieri, che per quattro giorni diventeranno diplomatici, ambasciatori di un futuro migliore, pronti a sfidarsi nel più nobile dei confronti: il dialogo.
Nella città di Venezia, simbolo per eccellenza dell’incontro tra culture, si metteranno alla prova su temi cruciali della politica internazionale, dimostrando che la vera leadership non si misura con il potere, ma con la capacità di ascoltare e trovare soluzioni condivise. I Model United Nations (Mun) sono molto più di semplici simulazioni: sono laboratori di pensiero critico, dove gli studenti imparano che ogni crisi può trovare un punto di incontro dei diversi interessi in campo, che ogni conflitto può trovare una via di risoluzione, che ogni voce – se usata con consapevolezza – può fare la differenza e deve essere ascoltata. Saranno i giovani con il loro entusiasmo e la loro apertura mentale a fare la differenza, perché se ci potrà essere un mondo migliore, si dovrà ripartire dall’educazione, dalla capacità di ascoltarsi e così il futuro apparterrà a chi sa costruire ponti e non alzare muri, secondo un preciso pensiero anche di Papa Francesco.
L’edizione 2025 di Foscamun assume un significato ancora più forte nel contesto attuale. Mentre le tensioni internazionali aumentano e il multilateralismo viene messo in discussione anche nei valori di democrazia più comuni, i giovani partecipanti dimostrano che la diplomazia non è un concetto astratto, ma una necessità concreta. «Oggi più che mai il futuro ha bisogno di menti aperte e cuori coraggiosi. E qui a Foscamun, quei futuri leader stanno già facendo la differenza», dichiarano gli organizzatori dell’evento.
Quest’anno, saranno sette gli argomenti che sono stati reputati più urgenti e sensibili nel nostro tempo, divisi per singole commissioni: 1) Geopolitica e sicurezza globale: in un’epoca di instabilità, come possono le nazioni lavorare insieme per la pace? 2) Cambiamenti climatici: la crisi ambientale è una minaccia che non conosce confini. Quali strategie adottare per un pianeta sostenibile? 3) Crisi umanitarie: quando la giustizia vacilla, come possono le istituzioni internazionali garantire i diritti fondamentali delle persone? 4) Intelligenza artificiale e governance globale: la tecnologia sta ridisegnando il mondo. Ma chi ne scriverà le regole? 5) Macroeconomia: lotta di tariffe nell’era della globalizzazione. Un nuovo inizio o l’inizio della sua fine? 6) I diritti umani con un particolare focus sulle donne. In concreto cosa ne ostacola ancora il pieno riconoscimento?
Ogni delegato dovrà confrontarsi con scenari complessi nelle sole lingue ufficiali dell’Onu (inglese, francese e spagnolo), imparando che le risposte semplici non esistono e che la vera forza sta proprio nella capacità di mediare, nel pieno rispetto delle idee di tutti. Perché se c’è una lezione che questi giovani diplomatici interiorizzeranno è che la politica internazionale è fatta dalle persone. E che a volte, una buona idea e la volontà di ascoltare possono cambiare il corso della storia.