Ho rinnovato l’Isee, ma lo scorso anno ho perso il lavoro. È possibile “rifare” l’Isee per avere un valore più basso e poter accedere più facilmente a contributi e bonus?
Lo strumento che risponde alle esigenze del nostro lettore è l’see corrente. Se infatti l’Isee ordinario tiene conto di redditi e patrimonio tornando indietro di due anni (e quindi l’Isee 2025 si basa su dati 2023), l’Isee corrente guarda agli ultimi dodici mesi. È dunque uno strumento fondamentale per l’accesso a bonus e contributi da parte di persone e famiglie che proprio nell’ultimo anno hanno visto peggiorare la loro situazione economica. La richiesta dell’Isee corrente può originare da due situazioni. Da un lato un peggioramento della situazione reddituale complessiva della famiglia o della posizione lavorativa di almeno un suo componente. Dall’altro un peggioramento della situazione patrimoniale complessiva del nucleo.
Nel primo caso l’Isee corrente può essere richiesto se, dopo il 1° gennaio 2023, si sia verificata una variazione della situazione lavorativa di almeno un componente del nucleo familiare (ad esempio la conclusione o riduzione del rapporto di lavoro; oppure un’interruzione dei trattamenti previdenziali o assistenziali) oppure una riduzione del reddito complessivo del nucleo superiore del 25% rispetto a quanto individuato nell’Isee ordinario.
Nel caso di variazione patrimoniale, invece, l’Isee corrente può essere richiesto a fronte di una diminuzione superiore al 20% rispetto a quanto riportato nell’Isee ordinario. In questo caso, la richiesta dell’Isee corrente può essere presentata dal 1° aprile in poi.
Per richiedere l’Isee corrente è necessario avere un Isee ordinario in corso di validità e rivolgersi al medesimo Caf che ha seguito tale pratica. L’Isee corrente vale per sei mesi, a meno di nuove variazioni in virtù delle quali l’attestazione deve essere aggiornata entro due mesi.
Cristian Rosteghin, Caf Acli Venezia
Per informazioni è possibile contattare il Caf Acli (tel. 0415314696 int. 1, e-mail caf.marghera@acli.it).
Informazione redazionale a cura di Caf Acli Venezia