«Tutto è politica e tutti siamo chiamati alla politica. Non solo la politica alta, quella dei palazzi, quindi» spiega Elena Granata che, in qualità di vicepresidente del comitato scientifico organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici, ha offerto la sua prolusione all’assemblea dei 400 amministratori pubblici della “Rete di Trieste” che si è tenuta il 14 e 15 febbraio a Roma.
«Bisogna avere il coraggio di superare gli steccati – continua Granata – fuori dagli schieramenti ed in nome del bene comune, e di mettersi insieme intorno a proposte concrete. Ci vuole un pensiero che nasca dall’azione». Per questo chi cerca di trovare in questo movimento – nato quest’estate come frutto dell’Assemblea Ecclesiale di Trieste – semi di un nuovo partito cattolico rischia di rimanere deluso.
«Non si tratta di “stare al centro” quanto di “stare in mezzo”, di non essere neutrali, ma coinvolti» ha scritto Granata nella sua prolusione. E citando La Pira ha aggiunto che lo stesso La Pira «non si limita a enumerare i problemi: li vive. Conosce le storie dietro i numeri e ne sente la responsabilità. “Poi – diceva il sindaco-santo – la sera vado a letto. E la sera affiora nel mio esame di coscienza questa popolazione che aspetta di avere la casa, di avere il lavoro dal quale dipende la sua vita fisica e spirituale”».
«La partecipazione non si racconta, la si fa», ha scritto ancora Granata. Come fece Franco Basaglia, padre della moderna psichiatria, che messa da parte la teoria, «a Gorizia, da giovane, ha dotato tutti i malati di un comodino, restituendo a ciascuno di loro la dignità di persona».
Al centro, in questo rinnovato impegno nello spirito del magistero sociale della Chiesa, debbono esserci i «valori non notiziabili», così li definisce Granata, che sono spesso «irrilevanti per la politica e per i media». Si tratta quindi proprio di “stare in mezzo”, non di proclamare principi astratti: «Sono irrilevanti i poveri, gli anziani, i senza casa, i giovani emigrati, i migranti, i carcerati: soggetti fuori dal dibattito pubblico. Forse perché hanno vinto i ricchi. Hanno vinto i vincenti». Granata ha quindi concluso il suo intervento lanciando agli amministratori un allarme per la democrazia: «Si fa largo l’idea che possa diventare campo di azione di super ricchi e monopolisti del digitale».
Fabio Poles