Non solo l’economo parrocchiale: si ufficializza e si conferma una prassi della Diocesi veneziana relativa ai Consigli Affari economici di più parrocchie affidate al medesimo parroco. In caso di parrocchie rette da un unico presbitero le stesse persone costituiranno il Consiglio di ciascuna parrocchia, formalmente, di fatto il parroco coordinerà un unico Consiglio che rappresenterà ciascuna parrocchia, rappresentando le diverse realtà in ragione della loro grandezza e significatività.
«Questa caratteristica – spiega il Cancelliere patriarcale don Federico Bertotto – giustifica i criteri che sono stati previsti per la scelta delle persone che andranno a costituire il Consiglio Affari economici, si prevede che ci siano uno o più componenti per ciascuna parrocchia».
Questo vuol dire che i Consiglieri “cureranno” o rappresenteranno gli interessi della comunità di appartenenza? Spiega don Federico Bertotto: «No, è chiesto che tutti i consiglieri abbiano cura dell’amministrazione e degli interessi economici e patrimoniali di tutte le parrocchie che sono affidate allo stesso parroco, come detto nel nuovo Decreto».
L’articolo 2, al secondo paragrafo, specifica anche quanti componenti dovranno costituire questi nuovi Consigli: «Con riferimento al numero di abitanti complessivo della parrocchia, come consta dall’Annuario Diocesano più aggiornato, il Consiglio dev’essere composto dal seguente numero di membri (oltre a quelli di diritto di cui al seguente § 4): a) parrocchie fino a 5000 abitanti: da 3 a 5 fedeli; b) parrocchie oltre i 5000 abitanti: da 5 a 7 fedeli».
Chi potrebbe potenzialmente essere scelto per far parte di un Consiglio Affari economici parrocchiale?
«Dovranno essere fedeli battezzati, cattolici, – prosegue il Cancelliere – perché attraverso questo servizio i laici potranno esprimere, in ragione del loro Battesimo, la propria partecipazione corresponsabile alla vita della comunità cristiana. In ragione della specifica materia di qui si tratta, ossia i beni ecclesiastici, sarà necessario scegliere persone distintesi nella comunità per onestà di vita, per competenza nelle materie economiche, tecniche, amministrative e giuridiche ed essere capaci di discrezione e riservatezza. Vi sono infine degli impedimenti relativi a vincoli di consanguineità o affinità, né avere interessi economici in essere con le attività parrocchiali».
Il Decreto ribadisce anche, come da indicazioni della CEI, l’importanza della figura dell’incaricato parrocchiale di Sovvenire, per quanto riguarda la promozione e sensibilizzazione al sostegno economico alla vita della Chiesa.
Conclude don Bertotto: «L’economo parrocchiale, che è l’aspetto più innovativo di questo decreto, è una figura facoltativa in quanto sarà il parroco a valutare se avvalersi di questa possibilità in ragione della situazione patrimoniale, economica e amministrativa di cui ha la responsabilità». (M.Z.)
Nel nuovo numero di Gente Veneta altri servizi sulla nascita dell’economo parrocchiale, con il testo integrale della Lettera del Patriarca e del Decreto generale.